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Alessio Cerci, l’ex ragazzo ribelle: castiga la Roma e si ritrova grande

Dalla Roma alla Roma: la parabola di Alessio Cerci è legata a doppio filo con i colori giallorossi. Dove tutto iniziò e contro cui ha segnato un gol che è già entrato nella storia. Non solo del Torino.
A cura di Alessio Pediglieri
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Cerci in Torino Roma

Ci voleva un ex romanista e un romano di nascita per fermare la Roma. Nella più classica delle leggi del contrappasso, Alessio Cerci verrà ricordato come colui che riuscì il 3 novembre 2013 a fermare la cavalcata verso la leggenda della squadra giallorossa, stoppando un filotto di 10 vittorie consecutive e costringendo i capitolini al primo stop stagionale con l'1-1 rimediato all'Olimpico. L'esterno granata è stato l'autentico protagonista del match al di là della rete ‘storica' sicuramente applaudita dalle avversarie di turno, il Napoli e la Juventus che appaiate in seconda posizione adesso sono a solo -3 punti dalla capolista da ieri un po' meno irresistibile.

Un gol, tanti significati – E' vero, a Torino è arrivato un pareggio, la Roma resta ancora l'imbattuta forza della serie A, nulla di eclatante non fosse per il fatto che l'esterno granata sia riuscito a violare la porta di De Sanctis (non facendogli agguantare il record di imbattibilità che resta saldamente nei guanti di Pellizzoli) e aver fermato la cavalcata degli uomini di Garcia. Non due cose da poco perchè il Torino aveva di fronte la più forte difesa d'Europa e la squadra che aveva fino a quel momento totalizzato il più alto numero di punti tra i vari campionati dopo 10 gare, fresca del nuovo record di vittorie dall'inizio superando la Juventus di Fabio Capello.

Da Capello a Ventura, i padri mentori – Corsi e ricorsi storici che fanno di Cerci un vero predestinato nell'appuntamento col destino di ieri sera. Proprio Fabio Capello fu il primo a puntare su quel giovanotto di sedici anni, un po' ribelle un po' anarchico che tanto stava facendo bene proprio nelle giovanili giallorosse: era il 2004 e il tecnico friulano fece debuttare in prima squadra, Alessio il 16 maggio contro la Sampdoria (0-0). Sarebbe potuto essere il trampolino di lancio per una carriera in Capitale ma per Cerci il destino aveva scelto altre strade. Più difficili e complicate da infortuni e incomprensioni, in salita. Per forgiare quel carattere che fatica a stare nelle regole ma che pian piano matura e comprende l'importanza di ascoltare e mettersi a disposizione dei compagni. Così, dopo Capello è Giampiero Ventura a ridargli una nuova importante occasione: a Pisa.

La Roma perde la scommessa – La Roma non crede molto al talento di Cerci, non se ne priva ma lo rifila in prestito per capire la caratura del ragazzo. Prima a Brescia, poi a Pisa, infine a Bergamo con l'Atalanta. Ma proprio in Toscana, nel 2007, in serie B, esplode: 26 presenze, 10 gol e 7 assist. Avrebbe potuto fare di più ma un doppio infortunio al ginocchio gli fa saltare metà stagione sportiva. La sua stella sembra però tornata a brillare: la Roma lo richiama alla base e nella gestione di Claudio Ranieri ha le sue chances in Europa League dove gioca con continuità, mentre in campionato passa i weekend tra panchina e tribuna. Il carattere è sempre fumantino e per Cerci fiducia significa poter giocare sempre. Così lascia la Capitale e parte per Firenze per quella che sarà la sua tappa più burrascosa della sua ancor giovane carriera.

La ‘palestra' di Firenze – I rapporti con i tifosi sono duri, contrastanti. Pochi sopportano quel ragazzotto con i capelli spettinati che dimostra lampi di qualità assoluta ma è scostante e polemico. Con la Viola si rischia un primo divorzio dopo solo una stagione. A corteggiare il talento di Cerci c'è Roberto Mancini, uno che in fatto di genio e sregolatezza se ne intende sia da giocatore che da allenatore perchè nel suo Manchester si confronta quotidianamente con i temperamenti di Tevez e Balotelli. Ma l'allenatore jesino è convinto che al City, l'arrivo di Cerci potrebbe risultare esplosivo. L'affare sembra fatto quando al'ultimo istante salta tutto e Alessio resta in viola per una nuova stagione del riscatto che non arriverà:  nell'agosto del 2012 lascia i colori viola per abbracciare quelli granata. Dove ritrova uno dei suoi mentori: Giampiero Ventura

Dal granata all'Azzurro – Il Torino va con i piedi di piombo: acquista prima il giocatore in comproprietà e solamente dopo la prima stagione in cui Cerci dimostra di trovarsi a proprio agio sia in campo che fuori, nell'estate successiva riscatta l'intero cartellino e lo fa diventare totalmente granata. Un attestato di stima che il calciatore romano comprende in pieno. L'età sembra quella giusta per poter apprezzare le responsabilità e capire che è arrivato davvero il momento giusto. Con Ventura come tutor Cerci conquista pian piano il Toro e resta un elemento stabile non a caso anche nella Nazionale di Cesare Prandelli. A 26 anni il cammino sembra essere completato. Nella seconda stagione, l'attuale, Cerci non solo gioca sempre titolare, non solo è il leader indiscusso della squadra ma si ritaglia anche uno spicchio di notorietà giocandosi il ruolo di capocannoniere del campionato sfidando Pepito Rossi, attaccante (guarda caso) della Viola.

Il futuro con il Torino – Fino alla serata più importante e alla soddisfazione massima: quella di giocare contro la sua ex squadra, quella società che l'ha avuto tra le mani ma non è mai riuscita ad apprezzarne il talento e sgrassarlo dall'indolenza della gioventù. Della sfida alla Roma Cerci dirà "Non è una rivincita, forse una partita un po' particolare. In passato ho perso qualche occasione, qui sto bene e ho capito l'importanza di allenarmi e lavorare seriamente. Ho bei ricordi con la Roma ma adesso gioco e tifo per il Torino". E la sensazione è che dai colori granata difficilmente si discosterà in futuro.

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