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Albertini: “Milan, aspettative disattese. Che delusione Kalinic, avrei insistito per Belotti”

L’ex centrocampista torna a parlare del Milan tra passato, presente e futuro. Un retroscena anche su Berlusconi: “Scappavo dalle sue cene per andare ai concerti di Vasco Rossi”
A cura di Marco Beltrami
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Dal 1985 al 2002, eccezion fatta per una parentesi al Padova, Demetrio Albertini ha vestito la maglia rossonera. Prima le giovanili e poi l'esordio in prima squadra per il centrocampista colonna della formazione del capoluogo lombardo e della Nazionale. In pochi conoscono l'ambiente Milan come l'ex vicepresidente della Figc che in una lunga intervista è tornato a parlare dei "diavoli" tra passato presente e futuro.

Milan, aspettative alte e disattese per Albertini

In una lunga intervista ai microfoni di Gazzamercato.it il classe 1971 ha detto la sua sul momento del Milan. Le aspettative troppo alte dopo il mercato estivo non hanno prodotto i risultati sperati: "Le aspettative create dalla nuova società erano alte e adesso disattese. Il mercato è una delle componenti per raggiungere gli obiettivi ma non la più determinante come spesso si crede. Purtroppo la mancata sinergia tra Montella e la società ha sfaldato il gruppo, il tutto si è poi acuito in conseguenza dei risultati negativi facendo scemare l’entusiasmo. I giocatori al di là di tutto necessitano di riscoprire, e talvolta maturare, un senso di appartenenza che oggi manca sempre di più e che è determinante per raggiungere successi in campo come nella vita".

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Albertini boccia Kalinic, meglio Belotti

Il mercato dunque nonostante investimenti superiori ai 200 milioni non ha portato i risultati sperati. Albertini in particolare è rimasto molto deluso per il rendimento di Kalinic, al quale avrebbe preferito Belotti: "Solitamente i calciatori che approdano in società così titolate vuol dire che hanno numeri importanti e di spessore. Quando un giocatore arriva al Milan però deve essere cosciente che non ha raggiunto il gradino più alto, ma è solo all’inizio e ha tutto da dimostrare. I rossoneri devono ragionare “day-by-day” senza focalizzarsi su altro. Vedo che in rosa, nonostante il patrimonio speso, manca un vero cannoniere che risolva anche le partite più difficili e ciò è inconcepibile. Vorrei Cristiano Ronaldo (ride, ndr). A parte gli scherzi quest’estate avrei investito su Belotti, il quale però, per adesso, sta arrancando. Confidavo molto in Kalinic, sono rimasto deluso perché speravo fosse più goleador".

Fiducia in Gattuso e al suo senso di appartenenza al Milan

Nelle ultime giornate, la cura Gattuso sembra aver portato risultati sperati. Presto ancora per giudizi definiti sull'operato dell'ex compagno di tante battaglie di Albertini: "Ho fiducia in Rino, ma un conto è fare il giocatore, un conto è fare l’allenatore. Lui ha un amore incondizionato per questi colori e spero che, con la sua grinta, possa trasferirlo ai suoi giocatori insieme alle sue idee tecnico-tattiche. Credo che “Ringhio” abbia assimilato questo senso di appartenenza ai colori rossoneri, sia dentro che fuori dal campo, anche grazie a noi senatori dello spogliatoio".

Albertini, Gattuso e il retroscena sulla barba

E non manca il retroscena relativo al passato su Ringhio: "Ricordo sempre con affetto quando, appena arrivato a Milanello, si fece la barba lasciando, a suo dire (ride, ndr), qualche pelo della barba nel lavandino; io lo ripresi facendogli notare che ci vuole grande rispetto, come in famiglia, in ogni ambito. Un gesto semplice ma che ha aiutato a creare grande unione. Lui, essendo un uomo di nobili principi, ricorda sempre quel momento con affetto".

Verratti e Cristante, futuro del centrocampo dell'Italia

Chi potrebbe essere l'erede di Albertini? L'ex mediano dice la sua su due potenziali candidati, ovvero Verratti e Cristante, ceduto troppo presto dai rossoneri: "Ho odiato sempre i paragoni perché è sempre difficile poterli mantenere. Non giocare il Mondiale limita moltissimo la crescita umana e sportiva anche dei nostri giovani. Pensare che un fuoriclasse come Verratti, seppur con caratteristiche diverse da me, non giocherà il Campionato del Mondo a me fa incazzarere detto proprio sinceramente. Cristante? A me è sempre piaciuto. Purtroppo è arrivato in un’epoca in cui le plusvalenze economiche, e il fatturato, contano più del valorizzare un giovane talentuoso in prospettiva. E’ questo uno dei problemi del calcio italiano e finché non invertiremo questa tendenza sarà difficile ripartire”.

La carriera di Albertini, cosa fa l'ex Milan

Dopo le cariche federali, Albertini sembra intenzionato a dedicarsi all'attività imprenditoriale, e smentisce le voci di una sua discesa in politica: "Ad oggi faccio l’imprenditore e mi occupo di una società di comunicazione principalmente in ambito sportivo: la “DeMa4”. La politica sportiva mi piace molto, anche perchè gli otto anni da vicepresidente della Federazione mi hanno insegnato molto. In questo momento però la mia attenzione è tutta dedita alla mia attività imprenditoriale, nient’altro".

Vasco Rossi e le cene con Berlusconi

E a proposito di musica e della "colonna sonora della propria vita", ecco un altro retroscena sui rapporti con l'ex presidente Berlusconi: "Il mio idolo è sempre stato Vasco Rossi, scappavo anche dalle cene di Berlusconi per andare a sentire i suoi concerti (ride, ndr). Credo però che “My Way” di Sinatra, dopo il mio addio al calcio, è diventata la mia canzone. Vivere guardando al futuro, un po’ come il “mio” Milan che grazie a questa capacità ha saputo dominare il mondo”.

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