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Aggressione a Toia, il giro d’affari nella Curva bianconera (video)

Per la Digos dietro al pestaggio del capo ultrà ci potrebbero essere possibili interessi economici e regolamenti di conti tra diverse fazioni della tifoseria juventina.
A cura di Alessio Pediglieri
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umberto toia ultrà juventus

Mentre restano stazionarie le condizioni di Umberto Toia, 48 anni, pestato a sangue nella sera tra il 23 e il 24 dicembre nei pressi del suo Bar a Torino, continuano le indagini della Digos per capire la dinamica dell'aggressione e soprattutto i motivi che hanno portato il capo ultrà bianconero in ospedale in fin di vita. Un regolamento di conti è la notizia che trapela dagli ambienti del tifo bianconero e che potrebbe essere collegata al giro d'affari che (troppo) spesso le Curve gestiscono attorno al calcio e alle società.

Toia alza la Supercoppa Italiana all'Olimpico – Umberto Toia è un leader indiscusso della Curva bianconera e il soprannome con cui viene chiamato, "Presidente" ne è un'evidente conseguenza della nomea e notorietà che gode all'interno degli ultrà juventini. E non solo, perchè contatti diretti anche con la società Campione d'Italia sembrano essercene diversi e comprovati da alcuni momenti che lasciano poco spazio ad interpretazioni. Come nella notte in cui la Juventus conquistò l'ultima Supercoppa Italiana ai danni della Lazio all'Olimpico. Qando i giocatori di Conte con il trofeo in mano si diressero a festeggiare sotto la curva dei propri tifosi, tra i tanti calciatori che brandivano la Coppa ad un certo punto c'è anche Umberto Toia che – incredibilmente – alza al cielo il trofeo. Tutto ripreso in diretta televisiva e senza che nessuno intervenga ad allontanare l'"estraneo" dal gruppo dei giocatori. Come Toia fosse riuscito a scendere in campo e unirsi alla festa non è dato sapere ma il semplice fatto che nessuno abbia subito allontanato il capo ultrà o nessuno si sia sorpreso della sua presenza lascia intendere che sia un personaggio noto all'ambiente bianconero.

Tifo, business e rapporti con la società – E' proprio in questo verso che si stanno muovendo le indagini della Digos cercando di mappare il meglio possibile eventuali connivenze, ricreando possibili interessi comuni che vadano oltre al semplice tifo ma che riguardano business e introiti ‘paralleli' all'interno della Curva bianconera. Toia è a capo di un gruppo di tifoseria ben definito, denominato "Tradizione" da sempre in aperto contrasto con un'altra frangia dei supporters bianconeri, i "Drughi" con cui hanno spesso avuto forti divergenze e acclarati contrasti che potrebbero essere stati anche il motivo della famosa rissa scoppiata nell'estate del 2011, con la Juventus in ritiro a Bardonecchia, finita a coltellate. E Toia, oltre ad essere titolare del bar "Black&White", ovvio ritrovo di chi fa parte del gruppo, è anche proprietario di un marchio d'abbigliamento che richiama i suoi stessi amici ultrà, "Tradizione lifestyle srl". Non solo. Gli inquirenti stanno investigando anche sulla gestione dei biglietti per le trasferte (non ultima quella in Turchia per i 16mi di Europa League) spesso gestiti dai gruppi della Curva che funzionano come vere e proprie agenzie di viaggio, organizzando e guadagnando sulle partite.

Per questo il pestaggio alla vigilia di Natale avrebbe contorni ben più bui che una mera vendetta personale: oltre a semplici questioni di tifo ci sarebbe l'ombra di un vero e proprio regolamento di conti per ristabilire gerarchie interne su affari e introiti legati al calcio ella Curva bianconera.

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