Afghan Premier League con 8 club e una nazionale femminile

Per una volta hanno applaudito alle bombe tirate in campo. E non hanno avuto paura. Quando scoppia la gioia non c'è pericolo che una scheggia ti ferisca l'anima. E allora la voglia di normalità ha fatto sì che oltre cinquemila tifosi accorressero alla finale del campionato di calcio afghano tra il Toofan Harirod e il Simorgh Alborz (2-1). A far cadere il velo di scetticismo ci hanno pensato anche le ragazze di una nazionale femminile rabberciata ma orgogliosa abbastanza da battere le avversarie del Pakistan in amichevole (4-1). Perché si può vincere anche perdendo. Le 8 squadre maschili che si sono affrontate nel torneo della rinascita rappresentano un segnale incoraggiante in un Paese dilaniato dalle guerre. Il deus ex machina è Alì Askar Lali, ex calciatore afghano degli Anni Settanta, che nel 1981 fuggì come profugo in Germania. Lì ha sognato leggendo delle imprese epiche del Kaiser Franz. Lì s'è spellato le mani dinanzi a fuoriclasse come Rumenigge. Lì ha mandato giù a memoria la formazione che finì kaputt in Spagna '82, sopraffatta da Pablito, da un urlo mundial e una puntura di Spillo. Da qualche tempo – racconta il sito Fifa.com – l'ex profugo è tornato in patria e con l'aiuto della Federcalcio internazionale cerca di favorire la rinascita del calcio e la creazione di squadre. Grazie a Lali è nata la Afghan Premier league (Apl) che annovera, per ora, solo 8 club. "E' stato un grande successo – afferma Lali -, milioni ci hanno seguito in tv e per la prima volta dopo tanto tempo abbiamo mostrato un altro volto dell'Afghanistan".