Addio a Borgonovo, “Attaccante nato” che ha saputo combattere la Sla
"Io, se potessi, scenderei in campo adesso, su un prato o all'oratorio. Perché io amo il calcio" è la scritta che campeggia sul sito della Fondazione che Borgonovo ha voluto e intorno alla quale è nata un'intensa attività di raccolta fondi in favore della ricerca contro la malattia, la Sla (Sclerosi Laterale Amiotrofica). Che lui chiamava la ‘Stronza'. E la ‘Stronza' ha vinto la battaglia contro Stefano, 49 anni, una vita nel calcio e per il calcio, attaccante di Milan e Fiorentina (ma anche di Como, Pescara, Udinese e Brescia), un combattente nato, prima sul campo, poi contro la malattia con cui condivideva dal 5 settembre 2008 i suoi giorni. Invece di abbattersi e lasciarsi andare, Borgonovo trova il coraggio di parlare del suo stato al mondo, non solo del calcio, facendosi testimonial della malattia attirando l’attenzione dei media.
La Fondazione e l'ultima iniziativa – Così, il 13 Dicembre 2008 nasce la Fondazione Stefano Borgonovo Onlus per finanziare la ricerca medica e l’assistenza ai malati. La Fondazione da allora ad oggi si farà portavoce di centinaia di iniziative, tra cui una serie di partite di beneficenza che saranno appuntamenti di un richiamo enorme nel motto "Uniti contro la Sla". L'ultima in ordine di tempo, due giorni fa, lo scorso 24 giugno, in un convegno dove sono stati presentati al mondo i risultati della ricerca sperimentale condotta dal prof. Angelo Vescovi, Direttore Scientifico dell’IRCCS Casa Sollievo della Sofferenza, approvata dall’Istituto Superiore di Sanità. Il primo trapianto al mondo di cellule staminali cerebrali umane per la cura della SLA (Sclerosi Laterale Amiotrofica) senza fini di lucro. Stefano Borgonovo per il suo impegno nel combattere la malattia viene anche insignito di importanti riconoscimenti tra cui un Ambrogino d’Oro a Milano nel 2008, un Abbondino d’oro a Como nel 2009 e il Fiorino d’oro a Firenze nel 2010, benemerenza civica e massima onorificenza per un cittadino non fiorentino.
Il libro-verità – Nel 2010 pubblica il libro-documento "Attaccante nato" in cui descrive lucidamente la malattia, il suo insediarsi giorno dopo giorno, fino a rendere il suo corpo un involucro apparentemente inutile ma non scalfendolo nell'animo e nello spirito. "Rosicchiava, il mostro – racconta Borgonovo nelle prime pagine. "Senza farsi notare troppo. Ero la sua crosta di formaggio e lui puntava al buono...". Pian piano oltre a perdere l'uso delle articolazioni, Borgonovo arriva anche la perdita delle sillabe e poi delle parole, costringendolo a comunicare con il computer. Ma senza darlo per vinto. "Ho imparato ad apprezzare ciò che mi è rimasto. Gli amici, le sensazioni positive, qualche raro movimento. Prendo il buono della vita e mi sento comunque fortunato, so che addirittura c'è chi ha meno di me. Quindi rido". Questo era Stefano Borgonovo.
La serie A e l'avventura con Baggio – Da giocatore, Stefano Borgonovo conosce la serie A a 18 anni, il 14 marzo 1982 con la maglia del Como contro l'Ascoli. E' l'inizio della sua ascesa sportiva. Nel 1986 viene acquistato dal Milan, che lo lascia al Como per altre due stagioni e successivamente lo gira in prestito alla Fiorentina. In maglia viola Borgonovo esplode. E diventa un elemento fondamentale della squadra gigliata facendo coppia fissa con Roberto Baggio. I deu si trovano a meraviglia, a Firenze esplode la Borgonovo-Baggio mania e nasce il "B2", un tandem d'attacco che fa sfraceli: i due giocatori realizzano 29 dei 44 gol totali messi a segno in campionato dalla Fiorentina, 14 per Stefano Borgonovo, 15 per Roberto Baggio. Stefano Borgonovo scrive un importante pezzo di storia della Viola con due gol memorabili. Il primo, testa al 90′ su corner di Baggio che regala ai viola la vittoria per 2-1 sui rivali della Juventus; il secondo segnato all'85' che sancisce il 4-3 contro l'Inter capolista e futura campione d'Italia su uno scellerato retropassaggio di Bergomi a Zenga.
L'apoteosi in rossonero – Ma il top, Borgonovo lo raggiunge in rossonero. Il Milan, proprietario del cartellino, richiama a se’ l'attaccante in tempo per permettergli di dare un buon contributo nella vittoria finale in Coppa dei Campioni, segnando gli unici due gol in trasferta della squadra. In semifinale contro il Bayern Monaco, Borgonovo risulta determinante: all'andata il Milan passa in casa per 1-0 con un rigore di Marco Van Basten fischiato per un fallo proprio su Borgonovo. Nel match di ritorno, Borgonovo segna il gol in trasferta che, nonostante la sconfitta per 2-1, trascina il Milan verso la finale. Dopo l'avventura al Milan, ritorna a Firenze dove trascorre ancora due stagioni in viola quando nel 1992 lascia la Fiorentina e si trasferisce al Pescara. Qui segna 10 gol, ma non riesce a salvare la squadra dalla serie B e a gennaio dell'anno successivo torna in serie A, passando all'Udinese con cui segna 5 gol in 12 partite, tra cui la sua ultima doppietta in Serie A nella sfida salvezza contro la Cremonese. Proprio a Udine chiuderà nel 1996 la carriera, dopo la parentesi di un anno al Brescia.