Accolto come un nemico, oggi osannato: Allegri e la Juve, all in sulla Champions
Adesso è facile salirci sopra, anche se lo spazio per ospitare altra gente è davvero limitato. Dopo la vittoria in Coppa Italia, la Juventus ha vinto anche lo Scudetto. Il sesto consecutivo, il quarto di Mister Allegri: l'artefice principale di questa leggendaria cavalcata ancora da terminare. Rimane il viaggio a Cardiff: la tappa più importante per il carro del tecnico bianconero. Nell'attesa, la festa può andare avanti e allora tutti ad osannare l'allenatore livornese: anche coloro che lo accolsero tra sputi, insulti e fischi. Già, perché anche nel momento di massima goduria juventina, è bene ricordare a tutti (tifosi impazienti, dirigenti con l'esonero facile e critici dalla tastiera veloce) cos'è stato lo sbarco di Allegri in quel di Torino. Tutto, fuorché una festa.
L'esonero di Berlusconi
Luglio 2014. Clima infuocato a Torino, e non solo per questioni meteorologiche. Antonio Conte ha appena lasciato la Juventus, dopo averla fatta rinascere e, soprattutto, dopo averle regalato tre scudetti di fila. La società ha deciso: si riparte da Massimiliano Allegri, da quel tecnico che fino a qualche mese prima sedeva sulla panchina rivale del Milan. Marotta raccoglie dunque l'assist di Berlusconi, che silura il secondo allenatore dell'era "berlusconiana" con la media punti più alta (dopo Ancelotti) al termine della sconfitta di Reggio Emilia. Il dispiacere di Adriano Galliani, grande amico e sostenitore di Max, e di quello della Curva Sud milanese danno il via all'inizio della fine rossonera e alla rinascita di Allegri nella Juventus post Conte.
Il fantasma di Conte
L'avvio è però lo stesso riservato ad un altro grande ex Milan passato da Vinovo: Carlo Ancelotti. Per il livornese arrivano subito fischi e insulti da parte della tifoseria bianconera. Un benvenuto poco incoraggiante, che Allegri raccoglie con stile sin dalle sue prime parole: "Conquisterò i tifosi con lavoro, rispetto, professionalità e risultati". Detto, fatto. Allegri ha saputo andare oltre lo scetticismo iniziale. Oltre quei beceri cori di parte della tifoseria. Ha scacciato il fantasma di Conte vincendo più del tecnico salentino e arrivando dove lui non è mai arrivato. Con Pogba, ma anche senza. Con il "Pipita", certo…ma anche con i vecchietti della difesa e con nuovi fenomeni che Allegri ha saputo far crescere al meglio.
Più forte di tutto
Grazie al lavoro del suo staff e alla sua proverbiale caparbietà, Allegri è riuscito a mantenere la rotta anche nei momenti difficili e di fronte al fuoco nemico di chi chiedeva la sua testa. Si è dimostrato più forte di tutto. Degli infortuni che hanno spesso creato problemi alla sua squadra, della tremenda batosta di Berlino, della cessione inevitabile di Paul Pogba e dell'addio di campioni come Pirlo, Vidal, Tevez e Morata. Ha discusso, litigato e fatto pace con i vari Dybala, Pjanic, Mandzukic e Bonucci, convinto giocatori a credere in un disegno tattico diverso e inserito nella loro testa l'azzardo del 4-2-3-1, con il quale ha raggiunto il sesto scudetto consecutivo e soprattutto la possibilità di giocarsi ancora una volta la Champions League.
La musica è cambiata
La Juventus è ora una squadra europea, capace di dare spettacolo e vincere anche nel salotto buono del calcio che conta. Ecco perché Cardiff sarà diversa da Berlino. Perché Allegri ha saputo fare meglio di Conte: questa è la verità. Che piaccia o no ad alcuni tifosi dalla memoria corta. Se la squadra bianconera arriva unita e decisa alla finale, è merito della testardaggine e dell'orgoglio smisurato del suo condottiero. Fino alla fine con Allegri, ora cantano i tifosi della Juventus. La musica è cambiata, in Italia e in Europa. "Per far diventare straordinaria la stagione manca solo una cosa", ha dichiarato recentemente il tecnico. Dopo quella "cosa", che nessuno si azzarda a chiamare con il suo nome, servirà però anche il rinnovo. Blindare Allegri è fondamentale. Evitare di fare come fece Berlusconi, altrettanto.