30 anni fa la ‘Mano de Dios’ e il ‘gol del secolo’ di Maradona
Il 22 giugno del 1986 allo stadio Azteca di Città del Messico in meno di quattro minuti Diego Armando Maradona ha realizzato due dei gol più famosi della storia del calcio. Nel quarto di finale del mondiale messicano contro l’Inghilterra il più grande calciatore di sempre prima segna un gol di mano, la famigerata ‘Mano de Dios’, poi muovendosi come un tanghero che balla ascoltando Gardel Maradona in una sessantina di metri salta cinque avversari, dribbla Shilton e fa la storia realizzando il gol più bello di tutti tempi.
Quarti di finale – Diego Armando Maradona vola in Messico con delle idee chiarissime: lui vuole vincere il mondiale e vuole diventare il miglior giocatore del mondo. L’impresa è ardua. Perché l’Argentina, a parte Maradona, Valdano e Burruchaga, non ha grandi stelle. Senza troppi problemi la squadra sudamericana raggiunge i quarti di finale. Il ‘Pibe’ sfida la ‘Perfida Albione’ che per l’albiceleste, dopo il Brasile, è l’avversario per eccellenza. La rivalità è nata su un campo di calcio nel 1966 quando, sempre nei quarti di finale del Mondiale, ci fu un arbitraggio molto casalingo e una contestata espulsione del capitano Antonio Ubaldo Rattin, che dopo aver lasciato il calcio è stato eletto al parlamento, tagliò le gambe agli argentini. Ma soprattutto prima della sfida del 1986 era presente nella mente di tutti gli argentini, e di Maradona in particolare, la guerra delle Falkland.
La ‘mano di Dios' – La partita si gioca sotto il sole cocente di Città del Messico. Il match è tesissimo, ma è una battaglia leale, come affermerà dopo tanti anni proprio il calciatore che all’epoca era del Napoli. All’intervallo si torna negli spogliatoi sullo 0-0. Al sesto minuto del secondo tempo Maradona inizia un’azione, avanza palla al piede e si scambia due volte il pallone con Valdano, che mette in mezzo. Il centrocampista Steve Hodge, uno che ha giocato più di 400 partite nel campionato inglese, tenta di intervenire sul pallone, ma lo alza a campanile.
Maradona se ne accorge e si avventa, Shilton esce con sicurezza. Prendere il pallone è quasi un gioco da ragazzi. Perché lui è in vantaggio ed ha una ventina di centimetri in più di Maradona, che però ci mette la mano e beffa il leggendario portiere inglese. Shilton protesta, l’arbitro tunisino Ali Bin Nasser convalida. Dopo la partita proprio lui, il numero 10 argentina, alla domanda su come aveva segnato quel gol disse: “L’ho realizzato un po’ con la testa di Maradona e un po’ con la mano di Dio”.
Il gol del secolo – Tre minuti dopo il gol di mano, Maradona riceve palla da Hector Enrique, un onesto terzino che fu poi anche il suo vice sulla panchina dell’Argentina, prende palla nella propria metà campo e inizia una corsa fantastica, uno slalom fenomenale. Il baricentro basso permette delle movenze particolarissime a Maradona che percorre una sessantina di metri in dieci secondi, salta cinque giocatori inglesi (Glenn Hoddle, Reid, Sansom, Fencwick e il rude centrale Terry Butcher, omen nomen), arriva davanti a Shilton, lo scarta e raddoppia. Lineker accorcia le distanze, realizza il sesto gol del suo mondiale e così conquista anche il titolo di capocannoniere, ma non basta.
L’Argentina vince 2-1. Maradona poi batte il Belgio e diventa a tutti gli effetti il più forte dopo il successo in finale con la Germania. La sua prodezza diventata mitologica, tanto quanto la telecronaca di Victor Hugo Morales. Nessuna l’ha dimenticata e dopo tanti anni ci si chiede se mai qualcuno riuscirà a realizzare un gol più bello di quello realizzato trent’anni fa all’Azteca.