27 anni fa Diego Armando Maradona sbarcò a Napoli: ecco il primo abbraccio col San Paolo, video
Maradona a Napoli: 5 luglio 1984
Il giorno della presentazione di Diego Armando Maradona al San Paolo: 5 luglio 1984
Ci sono momenti impossibili da cancellare e, quasi sempre, corrispondono ad importanti vittorie. Le date legate ai successi restano impresse nella mente e non andranno via con facilità, ma quasi mai si ricordano altre date ugualmente importanti, che hanno aiutato a raggiungere quei traguardi sognati. Per Diego Armando Maradona e i tifosi del Napoli non è così, in questo caso tutto il popolo azzurro ricorda con precisione la data dell'arrivo del suo profeta: 5 luglio 1984.
UN ARGENTINO ARRIVA DA BARCELLONA – Grazie ad un autentico capolavoro di quello che all'epoca era il presidente, Corrado Ferlaino, il Napoli riuscì ad acquistare un giovane ragazzo argentino dotato di una tecnica sopraffina e di un piede mancino con cui poteva e sapeva fare tutto. L'arrivo a Barcellona, dal Boca Juniors, fu molto atteso ma in parte deludente; Maradona non riuscì mai ad ambientarsi nella capitale catalana e in due anni vinse
solo una Coppa del Re, troppo poco per uno come lui. Così l'ingegnere Ferlaino fiutò l'affare e riuscì a prendere per una cifra modica (considerando il valore del calciatore) quello che per molti sarà il giocatore più forte di tutti i tempi.
27 ANNI FA IL PRIMO INCONTRO – Il 5 luglio del 1984 è una data che mai andrà via dalla memoria dei tifosi napoletani, al pari del 10 maggio '87 (primo scudetto), del 17 maggio '89 (la vittoria della Coppa UEFA) o del 29 aprile 1990 (la data del secondo scudetto). In quel giorno dell'estate del 1984 (non faceva nemmeno troppo caldo) un ragazzino originario di Lanùs con la faccia da scugnizzo infiammò e riscaldò tutti i tifosi accorsi al San Paolo, gremito in ogni ordine di posto (e forse più) solo per applaudire e incitare un giocatore che ancora non aveva disputato una partita con la maglia del Napoli.
LA WOODSTOCK NAPOLETANA – Quel giorno di 27 anni fa in tutta Napoli, con epicentro nello stadio San Paolo, ci fu una festa incredibile. In quella data ebbe luogo una specie di Woodstock Napoletana, un giorno indimenticabile per tutti che inebriò la città e gli animi di tutti i tifosi che, grazie ad una dote da veggenti, stavano già gustando i piaceri che Maradona gli avrebbe fatto vivere. Al San Paolo accorsero tutti, tifosi di tutte le estrazioni sociali, dai più umili ai più abbienti, dai meno colti ai professori. Tutti in piedi ad ammirare quel ragazzo che per 7 anni li avrebbe deliziati in ogni modo e maniera, facendogli prendere rivincite su tutti i campi e alzare trofei che mai più furono conquistati.
DALL'ALBA AD ASPETTARE – L'attesa era diventata quasi insostenibile; centinaia di tifosi si erano ammassati davanti ai
cancelli dell'impianto di Fuorigrotta sin dalla mattina presto, in attesa che venisse dato l'ordine di poter entrare allo stadio. Arrivato al San Paolo, Maradona dovette fare prima la solita e formale conferenza stampa e mentre parlava e rispondeva alle domande, fuori sotto il sole succedeva il delirio. Finita la "chiacchierata" con la stampa, con cui Maradona ha sempre avuto un rapporto tribolato, iniziava la parte più bella ovvero il contatto e l'abbraccio con i tifosi.
FINALMENTE L'ABBRACCIO – La scalinata che dagli spogliatoi portava al terreno di gioco sembrava ripida, inarrivabile, l'urlo del pubblico quasi spingeva giù chiunque volesse salire quei gradini. Per Maradona fu tutto molto semplice perché quel boato era riservato a lui ed era il benvenuto che il popolo azzurro gli stava tributando. Un'intera città in festa iniziò a cantare solo per lui, quasi come se lo conoscesse da decine di anni. Maradona, con la sua immensa classe e forse perché emozionato per l'accoglienza, si fece consegnare un pallone e iniziò a fare la cosa che meglio gli riusciva: giocare con quell'oggetto. Qualche palleggio e poi un calcio alla sfera di cuoio, un gesto così naturale che aveva compiuto migliaia di volte e che avrebbe rifatto ancora in altre occasioni. Quel giorno però quello fu il suo messaggio; senza dire parole quello fu il suo ringraziamento al popolo napoletano per l'accoglienza ma anche una promessa, poi mantenuta: VINCEREMO!.