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Zamorano 1+8: idolo all’Inter e fenomeno con Ronaldo, compie 50 anni

L’attaccante cileno festeggia mezzo secolo di vita, buona parte della quale trascorsa sul rettangolo verde: dal Cobresal al Real Madrid, fino all’avventura in maglia nerazzurra.
A cura di Jvan Sica
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Zamorano e la maglia 1+8 ai tempi dell'Inter
Zamorano e la maglia 1+8 ai tempi dell'Inter

Il Sud America è ricco di eroi, anche in tempi moderni grazie ai tanti calciatori che sforna ogni anno. Negli Anni ’90 il Cile aveva due eroi che si dividevano il palcoscenico calcistico mondiale e portavano in alto la bandiera del Paese andino. Da una parte Marcelo Salas, che ha giocato anche con Lazio e Juventus, oltre a essere uno dei calciatori ricordati con maggiore affetto dai tifosi del River Plate. Dall’altra il suo compagno d’attacco nella nazionale cilena, Ivan Luis Zamorano Zamora, uno dei centravanti più iconici ma anche vincenti che oggi compie cinquant’anni.

Dal Cobresal al Real Madrid

Zamorano nasce dal punto di vista calcistico nel Cobresal, anche se è nel più piccolo Trasandino che si afferma segnando in una stagione una media di un gol a partita. Nel 1987-88 gioca con il Cobresal ma in Europa è già sul taccuino di molti osservatori e l’anno successivo va al San Gallo in Svizzera dove vince la classifica dei cannonieri nel 1990-91 e dal quale viene acquistato da parte del Siviglia giocando due anni prima in coppia con Toni Polster e l’anno successivo con Davor Suker. Questa sua capacità di abbinarsi perfettamente ad ogni compagno d’attacco grazie al suo continuo movimento, a buoni doti di assist e ad una energia inesauribile nel fare il ‘lavoro sporco' lo porta a giocare con i migliori attaccanti del suo tempo, essendo sempre titolare vicino alle grandi stelle del calcio internazionale. Dopo i due anni al Siviglia passa al Real Madrid e anche lì trova e si integra alla perfezione con giocatori del calibro di Emilio Butragueno, Dani, il primo Raul, Micheal Laudrup, vincendo un campionato spagnolo nel 1994-95, la Coppa di Spagna nel 1993 e il titolo di ‘Pichichi' nel 1994-95.

All'Inter accanto al Fenomeno

E' a tutti gli effetti uno degli attaccanti migliori al mondo e viene preso in considerazione dalle squadre del campionato più importante e ricco in quel momento, quello italiano, che Zamorano aveva solo assaggiato in un provino al Bologna insieme al compagno Hugo Rubio, acquistato ma mai affermatosi con il club rossoblù. Per la sua voglia di non mollare piace moltissimo a Moratti, il quale lo compra per soli 4 miliardi. Il primo anno gioca un buon campionato arrivando in finale di Coppa Uefa ma perdendola contro lo Shalke 04. Nell’estate successiva arriva il campione dei campioni con cui deve dividere il fronte d’attacco: dal Barcellona giunge Ronaldo e Zamorano diventa ancora una volta un compagno d’attacco perfetto per il Fenomeno che sa sfruttare gli spazi aperti dal cileno e si affida a lui quando c’è da infrangere difese molto chiuse.

La maglia con 1+8

Il campionato scivola via nella partita ancora discussa di Torino, ma si arriva di nuovo in finale di Coppa Uefa, stavolta contro la Lazio. Segnano Zanetti, Ronaldo e proprio il cileno, che diventa anche un idolo dei tifosi nerazzurri. Nell’Inter in cinque anni gioca 149 partite segnando 49 gol e riesce ad essere titolare quasi sempre anche quando a Ronaldo, Moratti affianca un altro colpo da novanta, Christian Vieri. Appena arriva a Milano, Vieri chiede il suo numero nove e Zamorano glielo lascia senza fare polemica, scegliendo il 18 e inserendo fra i numeri il segno +. Finita l’avventura milanese passa al Club America in Messico per poi tornare a casa, al Colo Colo per altre due stagioni.

Salas e Zamorano, ex bandiere del Cile
Salas e Zamorano, ex bandiere del Cile

Bronzo olimpico a Sydney 2000

In Nazionale con il suo compagno d’attacco Salas spaventa l’Italia a Francia 1998, costringendoci a un pareggio nella prima partita del girone, e fermandosi poi agli ottavi contro un Brasile incredibile che schierava Ronaldo, Bebeto, Rivaldo, Denilson e tanti altri.  Undici anni prima, da giovanissimo astro del calcio cileno riuscì nell’impresa di arrivare in finale di Copa America nel 1987, perdendo solo in finale contro l’Uruguay di Bengoechea, Sosa e Francescoli. Alle Olimpiadi di Sydney 2000 recita per l’ultima volta sul grande palcoscenico mondiale come fuori-quota e bandiera della squadra cilena. Segna una tripletta all’esordio contro il Marocco, domina contro la Spagna, squadra favorita del girone battuta per 3-1 e riposa contro la Corea del Sud che batte i sudamericani già primi nel girone per 1-0.

Ai quarti il Cile vince contro un’altra corazzata, la Nigeria, con un altro gol di Zamorano e si ferma solo in semifinale contro il Camerun di Eto’o e Mboma, che vincerà la competizione superando la Spagna ai rigori. Per Ivan Zamorano però un ultimo guizzo: la doppietta in semifinale contro gli Usa che darà un bronzo insperato e festeggiato nelle strade di Santiago come un titolo mondiale. Un saluto al calcio di alto livello in grande stile.

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