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Verona, la favola di Ionita: dalla povertà in Moldavia al gol in Serie A

La storia del centrocampista moldavo che con il suo primo gol in Serie A ha regalato il successo sul Torino alla squadra gialloblu.
A cura di Marco Beltrami
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Artur Ionita è uno degli uomini copertina della 3° giornata di Serie A. Il centrocampista moldavo del Verona ha firmato il gol vittoria nella sfida contro il Torino, regalando i 3 punti e una grande gioia ai propri tifosi. Una rete per cancellare lo scetticismo sul suo conto e confermarsi una delle piacevoli scoperte della Serie A. Il classe ’90 moldavo è approdato in terra veneta nella scorsa estate, dopo aver concluso la sua esperienza con gli svizzeri dell’Aarau: 5 stagioni e 15 gol in 129 presenze per un giocatore che ha realizzato uno dei suoi sogni, ovvero quello di affermarsi in Serie A. Una storia da raccontare quella di Ionita che dopo un’infanzia tutt’altro che agiata, con sacrifici e forza di volontà è riuscito ad affermarsi in Moldavia credendo sempre nel sogno di diventare un calciatore professionista. Tanta gavetta per il giocatore che ha avuto nel padre il suo primo tifoso capace di spronarlo anche quando tutto girava storto come confermato dallo stesso Ionita durante la sua presentazione ufficiale: "Da piccolo non potevo avere quello che volevo e mio padre mi ha sempre motivato ad ottenere ogni traguardo che mi prefiggevo".

Ionita dedica il gol in Torino-Verona al padre

Sono passate poche settimane dal giorno della presentazione e Ionita, alla seconda presenza in Serie A ha cancellato lo scetticismo, segnando un gol pesantissimo che ha fatto esultare tifosi e compagni. Quei compagni che subito si sono legati ad un giocatore che è diventato già prezioso per lo spogliatoio alla luce della sua conoscenza delle lingue che gli ha permesso di consacrarsi a punto di riferimento per mister Mandorlini. E Ionita non sta più nella pelle ed è pronto a togliersi tante altre soddisfazioni: “Sono molto felice per il gol, ma contano i tre punti che abbiamo conquistato. Esultanza? Ho fatto una grande corsa, perché ero emozionato. La dedica è per mio padre. E’ successo così anche quando ho segnato il primo gol in Svizzera. I compagni mi hanno fatto i complimenti, ma questi tre punti sono merito di tutti. Abbiamo dimostrato corsa e sacrificio, grande merito anche allo staff. Oggi ho messo da parte tutto e ho fatto quello che dovevo. Devo avere pazienza e imparare, ho bisogno di tempo".

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