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Vardy e il vizio di bere, il lato oscuro della favola bella del Leicester

Il presidente delle Foxes svela il retroscena sulla vita dell’attaccante ingaggiato nel 2012: “Mi obiettarono che ero un pazzo a investire tanti soldi su un dilettante. Ho creduto in lui sempre anche quando mi dissero che arrivava agli allenamenti ubriaco. La nostra fiducia e un sogno comune lo hanno aiutato a smettere”
A cura di Maurizio De Santis
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Avesse dato retta a chi gli diceva che prendere Vardy non era un ottimo affare a quest'ora lo staff dirigente del Leicester avrebbe stracciato bollette e maledetto il giorno in cui non s'era fidato del suo fiuto. La vittoria del titolo in Premier e, più ancora, l'esplosione del calciatore passato dall'anonimato dei dilettanti ai riflettori di Hollywood (in cantiere c'è un film sull'incredibile storia sua e del club) hanno acceso i riflettori sul bomber che con le sue prodezze rappresenta il simbolo della stagione, di un'impresa straordinaria e da favola. Nessuno avrebbe scommesso – e chi l'ha fatto, credendoci fino in fondo, ha sbancato i bookmakers – su The Foxes quotate 5000/1 oppure sulla possibilità che l'attaccante risultasse così decisivo. "Ero contrario all'acquisto di Vardy – ha ammesso alla rivista thailandese ‘A Day Magazine', il presidente Aiyawatt Srivaddhanaprabha -. I tifosi non capivano come avessi potuto investire un milione di sterline su un calciatore sconosciuto e che arrivava agli allenamenti ubriaco".

Jamie Vardy, l'attaccante esploso con il Leicester di Ranieri
Jamie Vardy, l'attaccante esploso con il Leicester di Ranieri

E già perché dietro il campionato da urlo di Jamie c'è una storia tutt'altro che felice: 22 gol in 34 match, un passato con qualche ombra (si ritrovò a giocare col braccialetto elettronico alle caviglie per guai giudiziari) e tanta voglia di riscatto hanno convinto il giocatore – giunto al Leicester nel 2012 – che questa era la sua buona occasione, di quelle che capitano pochissime volte nella vita ed è un delitto lasciarle sfuggire. E' stato bravo e fortunato, non c'era modo migliore per ripagare la fiducia riposta in lui. "Ho chiesto di lui a Nigel Pearson e Steve Walsh -, abbiamo esaminato con attenzione i rapporti degli osservatori ed è stato allora che ho capito dell'ottimo affare in corso. Molti mi dicevano che ero un pazzo a spendere tanti soldi per un calciatore non professionista. Volete sapere com'è andata? "Ho chiesto a Pearson e Walsh: se ho a disposizione solo un milione di sterline come fondo per i trasferimenti per la prossima stagione, chi dovrei comprare? E mi fecero il nome di Vardy".

Vardy e il vizio di bere, il lato oscuro della forza

L'ambientamento nel calcio professionistico non è stato semplice. Tanto successo ha rischiato di far perdere la bussola a Vardy che in fondo al bicchiere sperava di trovare quelle sicurezze e quella forza necessarie per reggere alla maggiore pressione. "Jamie mi ha ringraziato per avergli cambiato la vita – ha confessato Srivaddhanaprabha -. Non aveva mai avuto così tanto denaro era felicissimo ma ha rischiato di rovinare tutto quando iniziò a bere. Quando mi dissero che arrivava ubriaco agli allenamenti ebbi un colloquio molto chiaro con lui e gli spiegai che era padrone del suo destino e ogni sogno era possibile. Ho investito su di te – aggiunsi -, quindi devi ricambiare la mia fiducia. Da allora ha semplicemente smesso di bere e ha iniziato a lavorare duro in allenamento".

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