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United, il riscatto di McTominay: un tempo troppo basso per stare tra i grandi

Il giovane centrocampista scozzese di Mourinho, ha segnato il suo primo gol con i “Red Devils” in occasione di un’amichevole pre campionato e adesso s’è tolto anche lo sfizio di giocare in Champions. Oggi alto 190 cm, il ragazzo fino a qualche anno fa era sfiorava solo il metro e sessanta d’altezza.
A cura di Alberto Pucci
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Nel Manchester United di José Mourinho che lotta in Premier e in Champions, c'è un giovane talento che comincia a crescere. In tutti i sensi. Scott McTominay, che in campo pesta le zolle dei centrocampisti offensivi, si è infatti messo in luce in questo pre campionato dei "Red Devils" al punto di trovare anche la gioia personale del gol nella recente amichevole giocata con il Valerenga a Oslo. Dopo aver esordito nella scorsa stagione (in occasione della sconfitta all'Emirates contro l'Arsenal) e aver giocato all'Old Trafford con il Crystal Palace, per il 20enne scozzese è dunque arrivata la prima rete con la maglia dello United: "È il momento migliore della mia vita – ha dichiarato il ragazzo dopo l'amichevole norvegese – Ora voglio godermi questo momento e continuare a fare del mio meglio". In campo anche nella sfida di Coppa col Siviglia si può dire che il ragazzo di strada ne ha fatta… e come.

Il problema della statura

La storia di Scott McTominay è tutta da raccontare. Arrivato nell'accademia dello United all'età di 5 anni, lo scozzese ha fatto tutta la trafila nelle giovanili del club inglese prima di firmare il suo primo contratto da professionista nel 2013 e affacciarsi nello spogliatoio della squadra di Mourinho. Fino ad allora, però, in molti lo ritenevano poco adatto per il calcio britannico a causa della sua statura. Quel ragazzo che oggi sfiora i 190 cm di altezza, solo qualche anno fa superava di poco il metro e 60.

La gioia di McTominay

Una crescita sorprendente, che ha permesso a Scott McTominay di realizzare il suo sogno: giocare con i "grandi" dello United. "Cominciare ad allenarmi con la prima squadra e giocare con loro in pre-stagione è la migliore sensazione al mondo – ha spiegato lo scozzese – Per me è fantastico stare con loro e non potrei essere in un posto migliore. Allenarmi con la prima squadra mi aiuta a crescere, basta guardare come si preparano prima delle partite e in allenamento giocatori come Paul Pogba o Michael Carrick. Da loro ho solo da imparare". Tutto vero, in fondo non è mica da questi particolari che si giudica un giocatore.

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