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Anfiteatro per Ronaldo, super attico per Eto’o. Le assurde pretese dei campioni

Ecco alcuni dei calciatori più “viziati” dai propri club. In questa particolare top 5, fra passato e presente, sono tanti i top player di ieri e di oggi che hanno messo in condizione le loro società di assecondare le loro bizzarre richieste.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Una vita sempre sulla cresta dell’onda fra successi, vittorie e titoli che hanno fatto di loro dei campioni assoluti del calcio. Forse però, sono proprio i trionfi a dare alla testa dei calciatori che, magari nel corso di un trasferimento da un club all’altro, sono in grado di inserire clausole e pretese davvero assurde nei propri contratti. Alcuni di loro, sono o sono stati dei veri top player del calcio e si sono distinti proprio per queste bizzarre imposizioni contrattuali. Scopriamo chi sono.

Un simulatore per CR7

Il Pallone d’Oro, forse uno dei più grandi calciatori dell’era moderna insieme a Leo Messi. Idolo assoluto del Real Madrid di Zinedine Zidane, simbolo e capitano della Nazionale portoghese con cui è riuscito a vincere l’ultimo europeo di calcio contro i padroni di casa della Francia.

Anfiteatro da 42 posti

Oltre ai numeri però, Cristiano Ronaldo si distingue proprio per alcune richieste assurde al proprio club d’appartenenza. A Valdebebas, la cittadella sportiva del Real Madrid, Ronaldo infatti vive proprio come un emiro. I filmati delle partite li guarda nell’anfiteatro da 42 posti, mentre nella stanza dei giochi sono stati installati due simulatori di Formula 1.

La suite privata, riconoscimento a impronte digitali

Ma non finisce qui, infatti Ronaldo dispone anche di una suite privata dove si può accedere solo con il riconoscimento delle sue impronte digitali. In più, nella la sua stanza da 42 metri quadrati, è stato installata una macchina aerobica della Nasa che simula gli effetti della corsa in assenza di gravità.

Ronaldinho e il suo autista h24

Qualcuno ha definito Ronaldinho come uno dei calciatori brasiliani che ha divertito di più il pubblico calcistico. L’ex Nazionale verdeoro, nel suo lungo girovagare nel mondo alla ricerca di un club che lo facesse continuare a sfoderare magie, prima di essere acquistato dal Queretaro in Messico, dal Besiktas di Istanbul, stilò una sorta di decalogo nel quale inserì tutte le sue richieste.

Nel decalogo delle richieste biglietti e un cellulare a carico del club

Fra queste, sette biglietti aerei mensili per lui e la sua famiglia pagati dalla società per tornare di tanto in tanto nell'amato Brasile, un autista a sua completa disposizione 24 ore su 24, un telefono fisso ed un cellulare hi-tech con le chiamate, tutto rigorosamente a carico dei turchi oltre ovviamente ad un mostruoso ingaggio di svariati milioni di euro.

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Re Samuel e i suoi attici da sogno

Ricordate Samuel Eto’o? Sicuramente si, perchè il camerunense è reduce anche da un’ultima recente esperienza in Italia alla Sampdoria di Ferrero due anni fa dopo il fenomenale “Triplete” conquistato da protagonista con l’Inter di Mourinho nel 2010. Ciò che però l’ha contraddistinto di più nel corso della sua carriera, fu il suo discusso passaggio all’Anzhi di Machackala. Dal 2011 al 2014, infatti, il nuovo proprietario cominciò ad investire somme di denaro ingenti come se non ci fosse un domani. Per rafforzare la squadra acquistò appunto, per 25 milioni di euro, dall’Inter Samuel Eto’o.

Tv da 3 metri, casa a Milano e un jet privato

Il camerunense però, prima di accettare la corte dei russi, oltre ad un ingaggio di 20.5 milioni di euro all’anno, cifra davvero pazzesca, pretese una casa da 1000 metri quadri su quattro, cinque camere da letto, una sauna, una piscina e una terrazza con vista sulla città, un jet privato, un televisore di tre metri e anche una casa a Milano in via Turati di mille metri quadri con annessa piscina sul terrazzo.

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Seedorf e una stanza di lusso a Copacabana

E’ stato uno dei calciatori più completi visti nella nostra Serie A, i suoi gol e il suo essere leader, crearono un profilo di calciatore che sapeva gestire al meglio le pressioni dell’ambiente e le prestazioni in campo. Dall’Inter al Milan, passando per il Real Madrid, Clarence Seedorf, che fu anche tecnico dei rossoneri, è stato però protagonista di un episodio che fece arrabbiare, e non poco, la stampa presente per i Mondiali di calcio in Brasile nel 2014.

In quei giorni infatti, dal Daily Mail era stata pubblicata la notizia che l'olandese, da opinionista della BBC, aveva chiesto una stanza al Copacabana Palace, uno degli hotel più esclusivi della metropoli brasiliana. La notizia fece tanto rumore, anche perché l’agevolazione riservata a Seedorf, era esagerata in confronto agli alberghi più modesti degli altri giornalisti. Il quotidiano inglese, però, poi chiarì che la stanza in questione era stata pagata dallo stesso olandese, cosa a cui nessuno ha mai creduto.

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Un anello di diamanti per la signora Ince

Fu uno dei primi calciatori inglesi ad indossare la maglia di un club italiano. Moratti era letteralmente innamorato delle giocate di Paul Ince e volle fortemente portarlo a Milano nella sua Inter. La parte più difficile nella trattativa per portare il centrocampista a San Siro, fu trovare una megavilla alla moglie che, altrimenti, non si sarebbe trasferita. La signora Claire infatti, era fermamente decisa a boicottare il trasferimento in Italia del marito perché non voleva lasciare Manchester e soprattutto la sua casa: "mi spiace, ma sotto un certo livello non scendo", gli amici, la sua condizione di "first lady" del calcio inglese.

Lady Ince visionò ben 10 ville tra il lago di Como e Milano 3 senza un solo cenno di assenso, "e se non trovo la casa dei sogni, io resto a Manchester con mio figlio", disse a quel tempo tra le lacrime. Perfino l' ipotesi di soggiorno temporaneo presso la mitica Villa d'Este fu accolta facendo spallucce. Per convincerla ad accettare Milano, le fu regalato un anello di diamanti, omaggio personale di Moratti a margine di una cena con lei e il marito Paul.

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