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Uli Hoeness da presidente del Bayern a guardarobiere del carcere

L’ex presidente del Bayern, che lo scorso giugno è finito in carcere per aver evaso le tasse per 27 milioni di euro, adesso lavora per 1,12 euro all’ora.
A cura di Alessio Morra
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bayern monaco

La vita di Uli Hoeness negli ultimi mesi è notevolmente cambiata. Dopo aver confessato di aver evaso le tasse per 27,2 milioni di euro l’ex presidente del Bayern, campione del mondo con la Germania nel ’74, lo scorso 2 giugno è entrato in carcere, dal quale è uscito per qualche giorno a metà luglio perché doveva subire un intervento al cuore. Da quando è rientrato in galera Hoeness ha iniziato a lavorare per 1,12 euro all’ora. L’ex boss del Bayern, infatti, dalle 9 alle 15.30 è il guardarobiere del carcere di Landsberg in Baviera, dove si occupa di biancheria, lenzuola, detersivi e dà le divise ai nuovi carcerati. Naturalmente, vista l’età e visti i problemi al cuore, ad Hoeness non è stato rifilato un impegno particolarmente gravoso, ma in Germania non si fanno sconti nemmeno ad una gloria del calcio, che dalla galera ha sentito le parole meravigliose che gli ha regalato dal Maracanà Bastian Schweinsteiger, uno dei leader della Germania di Loew:“Il Mondiale lo dedico anche a Uli Hoeness, lui ha sempre creduto in me.”

Hoeness condannato a 3 anni

Uli Hoeness è entrato nella prigione di Landsberg lo scorso 2 giugno. Lì deve scontare la sua condanna a tre anni e mezzo di prigione per evasione fiscale. Hoeness, dopo essere stato indagato, lo scorso marzo, su consigli dei suoi legali, ha presentato una ‘autodenuncia’ in cui ha ammesso di aver occultato capitali in un conto svizzero per oltre ventisette milioni di euro.

La carriera da calciatore e dirigente di Hoeness

Con il Bayern Monaco Hoeness ha giocato per otto anni dal ’70 al ’78, quegli sono stati i primi anni d’oro del Bayern che ha vinto più volte la Coppa dei Campioni. Con la Nazionale tedesca ha vinto i Mondiali nel ’74 e gli Europei del ’72. Dal ’79 è entrato nello staff dirigenziale del Bayern, che sotto la sua guida è diventata una delle società più ricche del mondo ed è riuscita ad autofinanziarsi anche quando si è costruita (con l’aiuto di uno sponsor importante) il proprio stadio. Sotto la sua presidenza il Bayern Monaco ha vinto tutto. Il 14 marzo si è dimesso dalla carica di presidente del club.

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