325 CONDIVISIONI
L'ultima partita di Totti con la Roma

Totti, i cinque momenti più importanti con la sua Roma

Da lunedì saremo tutti un po’ più poveri per l’assenza di uno dei più forti numeri 10 che l’Italia ha avuto. Sempre e per sempre dalla stessa parte, la carriera del capitano che ha detto “no” ai soldi e alla corte del Real per restare nella ‘sua’ Roma.
A cura di Vito Lamorte
325 CONDIVISIONI

"Gli eroi son tutti giovani e belli" cantava Francesco Guccini e l'impressione era la stessa anche per uno come Francesco Totti. Il giorno dell'addio alla sua Roma sembrava sempre lontano, lontanissimo, quasi come se il ragazzo di Porta Metronia fosse in grado di giocare in eterno ma purtroppo il 28 maggio il capitano giallorosso indosserà per l'ultima volta la maglietta numero 10. Una storia che va avanti dal 1989, quando entrò a far parte delle giovanili della società capitolina a 12 anni e si concluderà dopo 25 anni di Serie A con la sua squadra del cuore con cui ha vinto lo storico terzo scudetto nel 2000/2001.

Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

Francesco Totti è stato tutto e il suo contrario, ha messo sempre i sentimenti davanti agli interessi, ha sbagliato e ha pagato ma ha sempre avuto la forza nel rialzarsi. Il capitano giallorosso ha effettuato il suo percorso e ha affrontato sempre il suo destino con umiltà e dedizione, senza avanzare pretese e lavorando sodo. Un campione con i difetti di tutti gli umani, non uno di quelli mai fuori posto o sempre precisi. Qualsiasi sia la sua decisione dovremmo accettarla, solo il capitano giallorosso può sapere di cosa ha bisogno dopo 25 anni del genere.

L'esordio

L'esordio in Serie A avviene a 16 anni sul campo di Brescia grazie a Vujadin Boskov ma è dalla stagione successiva, con Mazzone in panchina, che Totti inizia ad inserirsi in prima squadra e Sor Carletto capisce sin da subito che si tratta di un grandissimo giocatore facendolo adottare "calcisticamente" dal capitano di allora, Giuseppe Giannini. L'allenatore trasteverino ha cercato di fare da schermo a questo prodigio evitando di esporlo troppo ai media e, seguendo i suoi consigli, il ragazzo d'oro si è preso la Roma un passo alla volta. L'allenatore argentino Carlos Bianchi ne aveva chiesto la cessione, alla Sampdoria o all'Ajax in un possibile scambio con il fantasista Jari Litmanen, ma dal 31 ottobre 1998 Aldair gli cede la fascia di capitano e da quel momento, anno dopo anno, Totti è diventato il simbolo della sua squadra.

Lo scudetto

"È quello che ho sempre sognato e oggi si è avverato". Sono queste le prime parole di Totti il 17 giugno 2001 dopo il triplice fischio di Roma-Parma che ha regalato il terzo scudetto della storia ai giallorossi. Dopo 18 anni la squadra giallorossa riesce a vincere il campionato e tra gli artefici di questa bellissima stagione c'è sicuramente il numero 10 giallorosso: 30 presenze condite da 13 reti, di cui una apre la gara del trionfo tricolore.

Madrid ai piedi del Pupone

Negli anni successivi allo scudetto e con la risonanza del magnifico Europeo disputato in Olanda e Belgio nel 2000, Totti diventa una dei simboli del calcio italiano del mondo, con buona pace di chi parla di raccordi, confini, etc etc. Il numero 10 giallorosso è un vero idolo e le sue prestazioni fanno crescere sempre di più la sua popolarità. Nella stagione 2001/2002 e 2002/2003 la squadra giallorossa nei gironi di Champions League pesca sempre il Real Madrid e Francesco decide di fare le cose in grande realizzando una rete per gara. Nella prima occasione lancia Candela che salta due giocatori blancos e appoggia all'indietro: Totti arriva in corsa e batte Casillas di sinistro.

Nel secondo appuntamento al Bernabeu, al 27′ del primo tempo, Vincenzino Montella si batte in area in mezzo a tre difensori del Real, difende la palla e fa da sponda per Francesco Totti. Il capitano non ci pensa due volte e calcio sul primo palo: Casillas ci prova ma non ha speranze di arrivare sul pallone.

In occasione dell'ultimo incrocio tra le due società il pubblico del Santiago Bernabeu saluta l'ingresso in campo del capitano giallorosso con una splendida standing ovation. Da brividi.

L'infortunio e il Mondiale 2006

Il 19 febbraio 2006 Francesco Totti è vittima di un grave infortunio alla gamba sinistra, rottura del perone, causato da un intervento di Richard Vanigli, che lo costringe a saltare quasi interamente il girone di ritorno e che avrebbe potuto precludergli il Mondiale ma il capitano giallorosso riesce a convincere Marcello Lippi a portarlo in Germania.

https://youtu.be/Tawk5ArMyqM

Il professor Mariani, l'ortopedico che ha operato d'urgenza il capitano della Roma, si è espresso così: "Al giocatore è stata inserita una osteosintesi con placca di stabilizzazione per la frattura del perone, e sono stati reinseriti i legamenti della caviglia sinistra, che si erano completamente distaccati dalla tibia. Totti dovrà portare un tutore alla gamba per trenta giorni. Seguirà una rieducazione muscolare in piscina. In due o tre mesi il calciatore potrà ritornare ai campi di calcio". Tutto faceva pensare al peggio ma Totti lavora in maniera seria e costante riuscendo a partire con i compagni per la rassegna Mondiale.

Molti ricordano solo il rigore con l'Australia, che permise alla Nazionale di approdare ai quarti di finale, ma il Pupone, nonostante non fosse al massimo della sua forma fisica, è riuscito a dare il suo apporto qualitativo al cammino verso la conquista della quarta Coppa del mondo.

Scarpa d'Oro

"Sono contento, un anno fa mi davano per finito". Francesco Totti ha festeggiato con queste parole la conquista della Scarpa d'oro, trofeo dedicato al miglior marcatore europeo. Il capitano giallorosso con 26 reti in campionato ha realizzato 52 punti diventando il secondo giocatore italiano ad aggiudicarsi il riconoscimento: il primo è stato Luca Toni nella scorsa stagione 2005/2006 con 31 goal.

Un traguardo importante per un calciatore che è riuscito a reinventarsi anche tatticamente dopo aver giocato come esterno e trequartista: la qualità e l'intelligenza calcistica di Francesco gli hanno permesso di portarsi qualche metro più avanti e diventare ancora più decisivo, se possibile. Il capitano giallorosso è un atleta a 360 gradi, con la capacità di pensare ed anticipare la sua giocata sempre con una frazione di secondo di vantaggio sull’avversario. Un'intelligenza calcistica superiore mostrata in questi 25 anni di calcio professionistico che ha portato tutti gi osservatori, o almeno la maggior parte, a considerarlo uno dei migliori calciatori italiani del dopoguerra.

Francesco Totti ha deciso di unire il suo nome alla Roma per sempre e nemmeno le avances del Real Madrid gli hanno fatto cambiare idea. Grazie a lui molti hanno trovato un appiglio per continuare a seguire uno sport che stava, e ha, perso quel po' di sentimento genuino che fa riferimento ai simboli e alle identità di un popolo, di una tifoseria. Molti, ad oggi, non hanno visto mai una Roma senza Francesco Totti e non hanno idea di come possa essere: lui è stato e sarà sempre "il capitano". In campo e fuori. All'Olimpico e in tutta Italia molti si emozioneranno per l'ultima volta in giallorosso del 10 che ha incantato per 25 anni gli stadi di tutta la penisola e d'Europa. Da lunedì saremo tutti un po' più poveri, calcisticamente parlando, perché quel tempo di gioco che Totti toglieva a tutti tornerà inesorabilmente e la sua presenza non potrà mai cancellare l'assenza di uno dei più grandi numeri 10 che l'Italia ha avuto.

325 CONDIVISIONI
84 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views