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Ti ricordi di… Juan Esnaider, l’Antonio Banderas di Mar del Plata

L’attaccante argentino è stato uno dei più grandi flop della storia del mercato bianconero. Arrivato insieme ad Henry per sopperire all’assenza di Del Piero, realizzò 2 gol in due stagioni e fece ritorno in Spagna senza destar stupore. Ora Esnaider ricopre la carica di manager del Cadetes de San Martin di Mar del Plata.
A cura di Vito Lamorte
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L'8 novembre del 1998 Alessandro Del Piero al 92′ della partita contro l'Udinese si infortunò gravemente al ginocchio sinistro. La diagnosi fu impietosa: stagione finita. La Juventus doveva correre ai ripari, anche perché con i soli Filippo Inzaghi e Daniel Fonseca non si potevano affrontare 3 competizioni. Arrivarono due giocatori: il primo era un francese giovane, campione del mondo con la Francia, Thierry Henry, mentre il secondo era un giocatore che solo tre anni prima aveva contribuito in maniera decisiva far vincere la Coppa delle Coppe al Saragozza: Juan Eduardo Esnaider.

L'attaccante argentino conosciuto per la sua somiglianza con "Antonio Banderas" e chiamato fin dagli esordi El Loco è stato uno dei più grandi flop della storia juventina. Esnaider era un attaccante abile nel gioco aereo ma noto anche per il carattere ribelle, che lo porterà spesso a non avere un buon rapporto con compagni e allenatori.

Gli inizi

Nato a Mar del Plata, ma di origini europee (Esnaider deriva dal tedesco Schneider), era una giovane promessa del calcio sudamericano, cresciuta nel Ferro Carril Oeste, nel 1991 partecipò al Mondiale Under 20 con l'Argentina, in Portogallo. In questa competizione aggredì in un avversario: gancio destro e una squalifica internazionale di un anno.

L'approdo in Spagna

Il biglietto da visita di Esnaider non era proprio dei migliori ma, nonostante questo, all’età di soli 19 anni, il Real Madrid lo portò in Europa, strappandolo alla madrepatria. Con la squadra B dei blancos realizzò 18 gol in 44 partite ma non riuscì mai a fare quel salto dei qualità per poter spiccare il volo in prima squadra. Trovando poco spazio con le merengues fu ceduto al Real Saragozza, con cui vinse la Copa del Rey 1993-1994 e la Coppa delle Coppe 1994-1995.

Se nella finale del trofeo nazionale non riuscì a lasciare traccia, nell'ultimo atto della Coppa delle Coppe 1994/1995 Esnaider segnò il gol del vantaggio con una sventola di sinistro da 25 mt e, grazie a quella rete, si consacrò capocannoniere del torneo.

L'anno successivo il Real Madrid lo ricomprò ma lo diede all'Atletico Madrid, dove ebbe un buon rendimento rovinato dalle sue pessime relazioni con il tecnico Radomir Antić. Nella stagione con i colchoneros mise a segno 16 reti in 35 partite. Nonostante ciò, Esnaider prese la via di Barcellona, sponda Espanyol ma in Catalogna le cose non migliorano: un giorno prese a pugni il compagno di squadra Miguel Ángel Benítez perché aveva attaccato i compagni in pubblico. La sua esperienze all'Espanyol si esaurì lì, nononstante le 14 reti il cartellino in 35 gare.

L'occasione Juve

Visti i trascorsi non era, e non è, del tutto chiaro del perchè la Juventus puntò su di lui. Nel gennaio 1999, per Esnaider arrivò l’occasione di una vita. Moggi chiamò e lo vestì di bianconero, con tanto di scudetto sul petto. Una chiamata costata 12 miliardi delle vecchie lire solo per il cartellino, cui va aggiunto un ricco quadriennale per l’equivalente di 2,3 milioni di euro a stagione.

Esordì giocando i secondi 45′ contro il Venezia ma, successivamente, quando Marcello Lippi lo lanciò titolare le cose non andarono come previsto. Il tecnico gli diede fiducia contro Perugia e Cagliari ma l'argentino in 180′ non combina nulla. Le gare seguenti la pazienza del tecnico iniziò a scemare, complice una situazione non semplice dei bianconeri. Esnaider era nell'undici titolare il 7 febbraio, quando la Juve cadde a Torino sotto i colpi del Parma di Crespo, che costrinsero Lippi alle dimissioni. Al posto del tecnico di Viareggio arrivò Carlo Ancelotti, che insistette inizialmente anche lui ma l'attaccante argentino viaggiava su binari diversi da quelli dei suoi compagni. Ad aprile la pazienza era finita e dopo aver giocato in maniera pessima i primi 45′ contro l'Empoli Ancelotti lo tolse e non lo schierò più titolare. A fine stagione collezionò 10 presenze, senza nemmeno la soddisfazione di un gol. Restò anche la stagione seguente, ma il suo contributo fu minimo: 6 presenze, di cui 5 d subentrato, quasi sempre per giocare gli ultimi 5 minuti di gara. Una delusione su tutti i fronti.

Il ritorno in Spagna

L'argentino tornò in Spagna, al Real Saragozza, dove visse una sorta di resurrezione realizzando 11 gol in 17 gare ma l'anno successivo, al Porto, infilò un'altra parentesi sfortunata, prima di terminare la carriera tra River Plate, Ajaccio, Murcia e Newell's Old Boys. Nel 2005 smise definitivamente con il calcio giocato. Esnaider ha collezionato anche tre presenze con la maglia della nazionale argentina.

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Dopo una breve carriera da opinionista, diventò subito viceallenatore del Getafe, lavorando con Michel, per le ultime 5 partite della stagione 2008-2009: qui raggiunse la salvezza e le semifinali di Coppa del Re. A quel punto lasciò il club per cercare un incarico da primo allenatore e tornò al Saragozza. Esnaider diventò l’allenatore della squadra riserve del Real e direttore della Ciudad Deportiva.

Nel 2012 un grave lutto ha colpito l'ex attaccate: il figlio Fernando è scomparso per una malattia. Il ragazzo era del 1995. Un duro colpo per Esnaider. La Juventus, attraverso il proprio sito internet ufficiale, manifestò la propria vicinanza all'ex calciatore: "Un gravissimo lutto ha colpito Juan Eduardo Esnaider. L’ex attaccante argentino, alla Juventus dal gennaio 1999 al dicembre 2000, piange la scomparsa di suo figlio 17enne Fernando. In questo momento triste, la Juventus è vicina a Juan Eduardo e a tutta la famiglia Esnaider". Dopo la scomparsa del figlio Esnaider è tornato in Argentina, dove tuttora ricopre la carica di manager del Cadetes de San Martin di Mar del Plata.

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