Walcott entra nel Guinness dei primati: è suo il miglior controllo del mondo
Finalmente Theo Walcott è riuscito a lasciare il segno nella storia. Il 27enne inglese, da giovanissimo considerato uno dei possibili "craque" mondiali, nei dieci anni in cui ha indossato la maglia dell'Arsenal di sicuro non ha mantenuto le promesse, anche a causa di numerosi infortuni, ma adesso l'attaccante nato a Stanmore ha scritto il suo nome nel celeberrimo Guinness dei Primati.
Cash Out Ultimate Control Challenge in casa Gunners
Walcott è infatti il vincitore del “Cash Out Ultimate Control Challenge”, il contest organizzato da Betfair che per i Gunners ha visto la partecipazione, sotto la supervisione del presentatore ed ex Gunner Ray Parlour, di ben quattro componenti della squadra allenata da Arsene Wenger: il difensore francese Laurent Koscielny, il centrocampista transalpino Francis Coquelin, il laterale spagnolo Nacho Monreal e ovviamente lo stesso Theo Walcott. Solo quest’ultimo è riuscito a battere il record di 32 metri che precedentemente apparteneva al freestyler inglese John Farnworth.
Lo straordinario controllo di Theo
L’attaccante dell’Arsenal è stato in grado di controllare un pallone lasciato cadere dall’altezza di 34 metri, senza farlo cadere e aggiungendo a ciò altri quattro palleggi. Infatti il regolamento Guinness, prevede che il giocatore non solo deve riuscire a entrare in controllo della palla lasciata cadere dall'alto, ma deve tenerlo anche in aria per quattro ulteriori tocchi.
Ai Gunners sembrava cosa facile e invece…
Parlando dopo il fantastico gesto tecnico di Theo Walcott sul campo di allenamento London Colney dell'Arsenal che vale il nuovo primato mondiale, il giudice Guinness World Records, Pravin Patel, ha detto: «Sembrava facile a 25 metri, quando facevano le prove, ma quando la palla è stata rilasciata da 34 metri, è stata una sfida che ha sorpreso i calciatori, soprattutto quando hanno visto la forza con la quale la palla veniva giù. Theo ha fatto quindi una cosa straordinaria per battere il record».
