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Strinic: “A Napoli, dopo due anni di panchina, pensavo al ritiro”

Il difensore croato, passato in blucerchiato sul finire del mercato estivo, ha detto che gli ultimi due anni con il Napoli sono stati complicati per via della tanta panchina. Strinic ha detto che pur di giocare da titolare con la Sampdoria ha rinunciato alla lotta per lo scudetto, alla Champions e a un ingaggio più alto.
A cura di Alessio Morra
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Negli ultimissimi giorni di mercato Ivan Strinic è passato dal Napoli alla Sampdoria. La cessione del croato era quasi scontata. Perché negli ultimi due anni spesso ha lasciato il posto a Ghoulam, e perché in estate i partenopei hanno comprato anche Mario Rui dalla Roma. Il trentenne ex Dnipro, in un’intervista rilasciata a un quotidiano croato, ha lanciato un paio di stilettate alla sua ex squadra: “Ero sempre in panchina, non ne potevo più. Non fa niente se ho perso dei soldi”.

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Strinic, l’esordio difficile con la Sampdoria

Nonostante abbia iniziato la preparazione atletica a inizio luglio con il Napoli, quando è arrivato il momento di disputare la prima gara ufficiale Strinic ha avuto grosse difficoltà e le ha spiegate ai media del suo paese, a cui ha detto che per via dello scarso impiego ha avuto i crampi: Avevo perso la continuità di impiego, per questo ho avuto i crampi nel match contro il Torino. Ho lavorato tanto in estate, ma una cosa è il lavoro individuale, un’altra è la partita”.

Strinic e la stanchezza dalla panchina

Il giocatore naturalmente è conscio che lasciando il Napoli ha perso la chance di giocare la Champions e di lottare per lo scudetto, ma gli ultimi due anni sono stati complicati. Perché la troppa panchina lo ha immalinconito e lo ha portato anche a pensare al ritiro dall’attività. E per scacciare i cattivi pensieri Strinic ha rinunciato a un ingaggio maggiore ed ha deciso di ripartire dalla Sampdoria:

Via da Napoli per rimettendoci a livello d’ingaggio? Non era una questione di soldi, non sono la priorità. Ero in panchina da due anni, e non avrei voluto un’altra stagione uguale. Ho delle ambizioni, giocare è sempre bello, ma se poi la domenica stai in panchina. Nonostante giocassimo per lo scudetto ed in Champions, quando sei seduto ci perdi qualcosa. Ero diventato un giocatore che a trent’anni pensava al ritiro e non credo fosse il caso.

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