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Spagna, Mario Suarez rivela: “Diego Simeone mi impedì di andare all’Inter”

L’ex centrocampista della Fiorentina, oggi al Valencia, racconta il particolare retroscena di mercato risalente al gennaio 2015: “Con i nerazzurri era già tutto fatto, ma il “Cholo” non me lo permise”.
A cura di Alberto Pucci
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Dall'Italia è passato come una meteora tra l'estate del 2015 e l'inverno del 2016, ma Mario Suarez avrebbe potuto calcare i campi della Serie A già qualche mese prima del suo arrivo a Firenze. A rivelarlo è stato proprio l'attuale centrocampista del Valencia di Cesare Prandelli che, in un'intervista radiofonica, ha raccontato di quanto fosse vicino all'Inter di Roberto Mancini: "In quel periodo avevo deciso di andare via dall’Atletico, perché ogni volta che giocavo con continuità riuscivo a farmi convocare in nazionale – ha spiegato all'emittente spagnola Cope – Volevo sfruttare un’opportunità all’estero per trovare continuità, ma non andò bene. Potevo trasferirmi all’Inter e la trattativa con il club nerazzurro era in fase molto avanzata. Ma in quel momento il Cholo non me lo permise e non mi fece andare via. Quando l'ho fatto non è andata bene, ma intanto ho potuto giocare in altri paesi come Italia e Inghilterra. Preferisco la Spagna, però. Qui c’è il miglior campionato del mondo".

L'elogio di Cesare Prandelli

"Con Simeone, nonostante tutto, è rimasto un buon rapporto – ha continuato Mario Suarez – Quando sono arrivato al Valencia mi ha scritto un messaggio per augurarmi buona fortuna. Ci sono state delle cose di lui che non mi sono piaciute, e di sicuro anche certe cose mie non gli sono piaciute, ma lui era il capo e ha deciso così. Continuo comunque a definirlo il miglior allenatore che abbia mai avuto". Ora il centrocampista cresciuto nelle giovanili dell'Atletico Madrid è alle dipendenze di Cesare Prandelli: "E' stata una fortuna averlo trovato a Valencia – ha dichiarato il tecnico di Orzinuovi al "Corriere dello Sport", dopo la doppietta del centrocampista con lo Sporting Gijon – E' un giocatore forte, vede il gioco, capisce cosa fare e come muoversi prima di tanti altri".

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