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Sliding doors: la Roma poteva prendere Belotti ma scelse Ferrante

L’ex attaccante giallorosso, ora al Brescia: “Lui era un ‘93 io ’95, il direttore credeva in me. Strappai il mio contratto con la Roma un anno prima della scadenza: sarei dovuto rimanere”.
A cura di Vito Lamorte
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Certe scelte a distanza di anni possono sembrare incomprensibili ma una volta prese non si torna indietro. Funziona così per tutto e anche il calcio non si sottrae a questa logica. Soprattutto nelle operazioni di mercato le porte si aprono e si chiudono in un battito di ciglia e chi riesce ad essere più scaltro e lungimirante vince. Se dovesse essere confermato quello che ha dichiarato Alexis Ferrante a gianlucadimarzio.com la Roma dovrebbe mangiassi le mani: l'ex attaccante della Primavera giallorossa, che oggi gioca nel Brescia, ha affermato che la squadra capitolina lo preferì ad Andrea Belotti e lo portò a Trigoria. A distanza di qualche anno può sembrare una follia ma sembra sua andata proprio così: l'attuale attaccante del Torino, e capocannoniere della Serie A, sarebbe stato ad un passo dal trasferimento nella Capitale.

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Alexis Ferrante ha affermato che a scegliere lui fu Walter Sabatini ai tempi dell'Albinoleffe e lo avrebbe portato subito in prima squadra ma non era una decisione di sua competenza:

Il direttore mi preferì a Belotti che all’epoca giocava nell’Albinoleffe. Lui era un ‘93 io ’95, fu una scelta anche dovuta all’età. Sabatini però in me ci credeva eccome, ricordo ancora una sua frase: ‘Dipendesse solo da me saresti già ad allenarti con la Prima Squadra', ci penso spesso a quelle parole.

L'attaccante, in occasione della seconda parentesi di Zdenek Zeman in giallorosso, sfiorò l'esordio con la maglia della Roma ma una rete di Mattia Destro mandò in frantumi il sogno: "Zeman si girò verso di me, mi disse di riscaldarmi. Poi fece goal Destro e allora il mister inserì un difensore".

Le scelte dell'argentino Alexis Ferrante durante il prosieguo della sua carriera non sono state brillantissime e ora inizia a prenderne coscienza:

Strappai il mio contratto con la Roma un anno prima della scadenza perché era praticamente fatta con l’Atletico Lisbona (allora nella Serie B portoghese), o almeno così mi avevano fatto credere. L’affare, invece, non andò mai in porto anche se io ancora oggi non so il perché e mi ritrovai sei mesi senza squadra. Avrei dovuto fare un altro percorso: rimanere alla Roma, andare ancora in prestito, magari in Serie B.

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