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Si chiude l’era Buffon alla Carrarese: il portiere cede il 70% del club

Dopo aver lasciato la presidenza, il portiere juventino ha siglato l’accordo per la cessione della maggioranza del club. Entrato in società nel 2010, Buffon lascia con amarezza: “Il mio è stato un gesto d’amore non ripagato”.
A cura di Alberto Pucci
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Aveva avvertito tutti qualche settimana fa, con parole decise e piene di delusione. Ora è passato ai fatti e ha siglato l'accordo per la cessione della maggioranza del club. Gigi Buffon, da poche ore, non è più il socio di maggioranza della Carrarese Calcio. La notizia, che era nell'aria, ha trovato conferma dopo il comunicato ufficiale pubblicato sul sito del club: "Gvg Immobiliare, nella figura del suo legale rappresentante Adriano Buffon – il papà del capitano della Nazionale e della Juventus, ndr – titolare dell'87,5% delle quote di Carrarese Calcio srl, rende noto di aver stipulato oggi un accordo quadro, vincolante per le parti, con la società T3T Spa rappresentata dal suo legale rappresentante pro tempore, ingegnere Raffaele Tartaglia. I rispettivi studi legali procederanno nei prossimi giorni alla stesura del contratto definitivo che dovrà essere siglato entro e non oltre il prossimo 7 agosto".

Lo sfogo di alcuni giorni fa – Si chiude così, nella maniera più triste, l'esperienza della famiglia Buffon alla guida del club toscano. Il portiere bianconero, che manterrà comunque il 30% delle quote societarie, era statlo protagonista giorni fa di uno sfogo clamoroso che aveva, in qualche modo, annunciato novità drastiche. Anch'esso pubblicato dal sito ufficiale della Carrarese, il comunicato dell'ormai ex presidente aveva fatto rumore: "Il mio è stato un gesto d'amore non ripagato dall'ambiente. Sono deluso e amareggiato. In questo momento non credo ci siano le condizioni affinché la Città si possa permettere una squadra di calcio in un campionato importante come la Lega Pro. Mi sono ritrovato solo. Per due volte in cinque anni ho scelto di essere parte di due cordate imprenditoriali desiderose di risollevare le sorti della Carrarese. Il primo gruppo si è sciolto dopo due anni, lasciandomi solo. Il secondo, nonostante le promesse, non si è neanche mai concretizzato. E in entrambe le occasioni mi sono ritrovato solo e con la responsabilità di decidere se far fallire la società o garantirle un futuro, attraverso l'impegno delle società della mia famiglia. Ho sempre scelto la via dell'investimento, pur consapevole che si sarebbe trattato di una scelta d'affetto e non di business. Forse dovremmo tutti prenderci un periodo di riflessione".

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