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Sì al fallimento Parma, la sentenza del Tribunale è ufficiale

Il fallimento del Parma in Tribunale è ufficiale, nominati i curatori fallimentari: l’esercizio provvisorio consentirà l’attuazione del cosiddetto piano salva-campionato della Figc. Impressionanti i numeri relativi ai debiti che ammonterebbero a 218.446.754,61 euro. Riccobene, membro del collegio sindacale: “Parma-Torino si gioca”. Il 30 giugno il titolo degli emiliani verrà messo all’asta.
A cura di Maurizio De Santis
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L'udienza fissata per il fallimento del Parma era iniziata verso le undici: breve durata, strada tracciata nell'attesa della sentenza, l'unica da seguire per evitare che il club si dissolva del tutto e riparta dai Dilettanti. La Procura aveva chiesto che la società venisse messa in liquidazione, altrettanto hanno fatti i creditori e i due membri del Collegio sindacale degli emiliani non hanno mossa alcuna obiezione. La sentenza è stata depositata nel primo pomeriggio: procedura corredata dalla nomina dei due curatori fallimentari e dal via libera all'esercizio provvisorio.

Il Tribunale di Parma, in data odierna, ha dichiarato il fallimento di Parma FC S.p.A., disponendo contestualmente l’esercizio provvisorio dell’impresa. Con la medesima sentenza il Tribunale ha designato Pietro Rogato quale Giudice Delegato e ha nominato Angelo Anedda – Presidente dell’ordine dei Dottori Commercialisti di Parma – e Alberto Guiotto – Dottore Commercialista in Parma e Presidente della Commissione crisi d’impresa del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili quali curatori fallimentari. L’incarico affidato ai due professionisti è quello di gestire il club coordinandosi con il tribunale e il comitato dai creditori, accertare l’entità delle passività fallimentari e le eventuali responsabilità degli organi sociali, oltre a liquidare le attività della squadra anche attraverso la vendita dei beni aziendali. Compito dei curatori sarà anche quello di verificare se ci siano le condizioni per la squadra ducale per proseguire e concludere il campionato.

La curatela fallimentare

La nomina del curatore fallimentare era un passaggio obbligato per legge e al tempo stesso necessario così da garantire esercizio provvisorio e gestione amministrativa controllata fino al prossimo 30 giugno (accompagnandolo fino all'asta che verrà indetta per la vendita del titolo) e far sì che abbia seguito anche il piano ‘salva-campionato' (almeno dal punto di vista burocratico e meramente statistico) approntato dalla Federazione in collaborazione con la Lega di Serie A. Progetto deliberato il 6 marzo scorso e finanziato con cinque milioni di euro (rastrellati dal fondo delle multe) per consentire agli emiliani di concludere il torneo e, al tempo stesso, pagare le somme necessarie per garantire i servizi essenziali e previsti dalla norme per il regolare svolgimento delle partite (dagli steward al consumo di energia elettrica). "Non abbiamo presentato alcun piano di salvataggio di medio periodo – ha chiarito in mattinata Marco Preti, direttore finanziario dei gialloblù -. Il nostro destino è il fallimento". L'arresto del presidente Manenti è stato solo l'ultimo atto, il colpo di scena della tragicommedia messa in scena da Tommaso Ghirardi – l'ex massimo dirigente che ha lasciato il club indebitato fino al collo – e sulla quale è calato il sipario (per fortuna o purtroppo) per l'operazione anti-riciclaggio condotta dalla Guardia di Finanza. Cosa accadrà adesso? E i ducali saranno in campo domenica al ‘Tardini' contro il Torino?

Impressionanti i numeri relativi ai debiti del Parma che ammonterebbero addirittura a 218.446.754,61 euro, con un patrimonio netto negativo di 46.696.901 euro. E' quanto emerge dalla sentenza pubblicata dal Tribunale di Parma. Secondo le informative depositate dopo gli accertamenti della Guardia di Finanza: "un ingente debito sportivo stimabile allo stato in euro 74.360.912 di cui 63.039.920 nei confronti dei calciatori tesserati, salvi ulteriori e più approfonditi accertamenti".

Parma-Torino si gioca

Osvaldo Riccobene, rappresentante del collegio sindacale del Parma, così ha scandito le prossime mosse della vicenda: "Abbiamo parlato con i dipendenti e nel pomeriggio incontrerò la squadra – ha ammesso ai giornalisti che attendevano notizie all'esterno del Tribunale -. Proviamo a mantenere sia il valore patrimoniale di questa società sia il valore umano di dipendenti e calciatori. Domenica col Torino si giocherà". Il Tardini riaprirà i battenti ancora una volta evitando il rinvio di un'altra partita consideratto che sono già state fissate le date dei recuperi con Genoa e Udinese.

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