Serie A, calano gli spettatori allo stadio: mai così male all’esordio dal 2007
Il campionato ha incominciato con il piede sbagliato. Nelle prime due giornate di Serie A infatti, l'appeal è risultato inefficace e i dati lo certificano: sono calati gli spettatori allo stadio. Forse per l'inizio estivo, complici le vacanze e agosto, forse perché ancora la gente è distratta da altro, forse perché il prodotto televisivo anche quest'anno ha messo a disposizione una qualità ancor maggiore, più scelta, diverse opzioni che passano anche per canali poco convenzionali come internet tramite cui si possono godere le partite senza muoversi da casa e – a volte – senza pagare.
Un problema che da sempre mette ciclicamente ko il sistema del calcio italiano, lontano anni luce da una gestione seria e professionale della macchina calcio. Ovviamente la piaga viene aperta dalla voce "stadi", obsoleti e fermi a Italia 90. Solamente in era recente e a seguito degli introiti e degli incassi che la Juve sta registrando, si sta andando verso la linea della ristrutturazione o della ricostruzione. Ma il cammino è ancora lungo e la burocrazia spesso ci mette lo zampino.
Nelle prime due giornate di campionato sono stati 426.388 gli spettatori che hanno riempito gli spalti degli stadi italiani, in calo del 5% rispetto alla scorsa stagione e del 9% rispetto a due anni fa. La percentuale di riempimento è scesa al 51%. E' aumentata invece la percentuale dei biglietti rimasti invenduti che ha toccato quota 49%. Numeri preoccupanti che devono far riflette perché non c'è mai stato un esordio così negativo dalla stagione 2007-08.
La percentuale di riempimento degli stadi nelle prime due giornate è calata addirittura del 7% rispetto al record fatto registrare nella stagione 2007-08 (58%). Sono 405.549 invece i biglietti rimasti invenduti nei primi due turni, praticamente la metà di quelli in vendita (49%). Anche in questo caso si tratta della percentuale più alta fatta registrare negli ultimi anni, record negativo del 2013-2014 che è stato eguagliato.
