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Serie A, 5 top e 5 flop in quest’avvio di stagione

Kessie, Milik, Belotti, Verdi e Defrel sono i calciatori che hanno iniziato meglio la stagione 2016/2017 mettendo in mostra buone individualità e una crescita psicologica e tecnica molto interessante. Tra i flop Defrel, Kondogbia e Lapadula.
A cura di Vito Lamorte
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Sono passati poco più di 30 giorni dall'inizio della Serie A e si sta delineando la classifica secondo il valore delle diverse squadre. L'impatto con la Serie A dei nuovi, le conferme dello scorso anno e le delusioni, vecchie e nuove, fanno discutere i tifosi che si confrontano sulle scelte fatte in estate per rinforzare le rose e su quelle che verranno messe in atto a gennaio per cercare di riparare la situazione. Abbiamo cercato di tracciare il profilo di 5 giocatori che hanno avuto un buon approccio con il campionato appena iniziato e 5 che possono, e devono, fare di più per le potenzialità che in qualche occasione hanno dimostrato.

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Frank Kessie

Il vero "top" di questo inizio stagione: nessuno si aspettava un impatto così del calciatore ivoriano con la Serie A. Kessie nasce come difensore centrale, anche se dalla sua prima stagione al Cesena, viene schierato sempre come mediano di centrocampo, è molto abile con i piedi e nel colpo di testa ed è dotato di un ottimo fiuto del goal. Una forza fisica incredibile che lo rende a tratti un vero e proprio totem in mezzo al campo. Il suo allenatore, Giampiero Gasperini, ha detto che l’unico neo di questo centrocampista totale è la sua eccessiva arroganza, sulla quale dovrà lavorare. Kessie al suo primo approccio con la Serie A ha realizzato 4 reti in appena 6 giornate. Un bel biglietto da visita.

Arkadiusz Milik

L'attaccante polacco è una vera e propria forza della natura e sta facendo cadere tutte le perplessità paventate nei suoi confronti quando venne ufficializzato l'accordo con il Napoli. Milik è un giocatore perfetto per il gioco armonico di Maurizio Sarri e in area è un vero rapace: 4 goal in 6 presenze in Serie A, 3 goal in 2 gare di Champions League. Una vera e propria rivelazione. Si è presentato ai tifosi azzurri con grande umiltà, consapevole di dover fare i conti anche con un inevitabile scetticismo e con un demone da scacciare, ma il giovane attaccante polacco ci ha messo poco per diventare il nuovo idolo della tifoseria azzurra.

Andrea Belotti

Sarà lui il nuovo attaccante della Nazionale di Ventura? Lo sperano in molti e le potenzialità ci sono tutte. Belotti è una punta vera, che negli ultimi 16 metri poche volte lascia scampo al portiere avversario. Le prestazioni di quest'inizio stagione parlano da sole ma l'attaccante granata finora ha fatto la voce grossa soprattutto in casa e questa tendenza va invertita per poter permettere al Toro di volare nelle zone nobili della classifica. Il Gallo ha la media di un goal ogni 58 minuti e 5 reti in 4 presenze quest’anno: niente male.

Simone Verdi

Un inizio di campionato che questo giocatore aspettava da tempo. L’ex promessa della Primavera del Milan non è riuscito ad affermarsi subito e prima di trovare la sua dimensione ha fatto il giro di mezza Italia e anche un'esperienza all'estero. Il ritorno a Carpi e le tante panchine non avevano permesso al trequartista lombardo di scrollarsi di dosso l’etichetta di giocatore dal talento incompiuto ma quest'anno a Bologna la musica è cambiata: giocate mai banali, goal (quella contro la Samp è una gemma) e predisposizione al sacrificio. Bentornato!

Gregoire Defrel

È uno degli artefici del grande Sassuolo di questo inizio stagione. L'attaccante francese è in un momento più che positivo dai preliminari di Europa League. Si trova a meraviglia con i partner d'attacco e riesce ad essere utile anche in fase di ripiegamento. Quando sparisce dall'azione, il Sassuolo fatica maggiormente a creare occasioni da goal e, nonostante non sia un gigante, le sue prime realizzazioni stagionali hanno dimostrato che riesce a far sentire il suo peso all'interno dell'area avversaria anche di testa. Si può dire che Di Francesco ha lavorato bene con Defrel e lo ha trasformato in un attaccante moderno abbastanza completo.

Dopo aver elencato le migliori individuali di questo inizio di stagione adesso passiamo a chi in questa fase non ha brillato particolarmente.

Riccardo Saponara

Dopo un campionato straordinario agli ordini di Marco Giampaolo, il ragazzo di Forlì sembra aver perso un po' di smalto. La classe e le giocate sono sempre di grandissimo livello ma questo Empoli ha bisogno del vero Saponara per potersi salvare agevolmente. Da queste parti siamo grandi estimatori del 10 dell'Empoli e non vediamo l'ora di ammirare nuovamente le sue giocate.

Federico Bernardeschi

Dopo la bella stagione dello scorso anno, la Serie A 2016/2017 non è iniziata benissimo per il numero 10 della Viola. Bernardeschi è uno dei patrimoni del calcio italiano e bisogna saperlo coltivare per poter avere i frutti nel più breve tempo possibile. Dopo una luna di miele durata 9 mesi, ecco che il rapporto con Sousa non sembra più cristallino. Il giovane di Carrara non ha ancora un ruolo in cui è un’assoluta garanzia e viene sballottato in campo non garantendo ancora la continuità necessaria per l’ultimo salto di qualità. Contro il Qarabag Paulo Sousa gli ha concesso la maglia da titolare per la terza volta consecutiva ma schierandolo mezzala: il portoghese continua a modellare il proprio numero 10, cercandogli il ruolo migliore per farlo esprimere al massimo delle potenzialità ma la sua squadra ha bisogno di Bernardeschi al 100%.

Gianluca Lapadula

Che fine ha fatto Lapadula? Il capocannoniere della scorsa Serie B arrivato sotto i migliori auspici nella Milano rossonera sembra essersi eclissato. L'ex Pescara probabilmente si è accorto di aver fatto la scelta sbagliata quando ha visto rimanere a Milanello Carlos Bacca e Luiz Adriano ma era deciso a giocarsi le sue carte. Adesso sembra sparito dai radar di Montella che gli preferisce il brasiliano ex Shakhtar e se la situazione non dovesse cambiare si preannuncia una stagione lunghissima per la punta torinese.

Geoffrey Kondogbia

Dopo una prima stagione molto mediocre, il secondo anno di Kondogbia all'Inter si è aperto ancora peggio: De Boer lo ha responsabilizzato ma quando ha visto che non seguiva i suoi dettami lo ha sostituito al 28′ del primo tempo. Una mazzata psicologica per uno che veniva da un'annata non proprio semplice. È tutto nelle sue mani, e questo Geoffrey lo sa, ma il primo a dare dei segnali di miglioramento deve essere lui altrimenti la ruota non girerà mai.

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