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Serie A 2016/17, pagellone: Juve al top, bene Napoli e Roma. Flop Inter e Fiorentina

Conclusasi questa lunga ed estenuante stagione come in ogni anno scolastico che si rispetti ecco arrivare puntuali giudizi e voti, squadra per squadra, del massimo campionato italiano edizione 2016/17.
A cura di Salvatore Parente
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Con il triplice fischio finale di questa serata si chiude dopo 9 mesi di calcio giocato il campionato di Serie A edizione 2016/17. Così, con l’acquisizione dei verdetti del campo con la Juventus per la sesta volta consecutiva campione d’Italia, la Roma in Champions, il Napoli ai preliminari, Lazio, Atalanta e Milan in Europa League e Pescara, Palermo ed Empoli in Serie B, è tempo di bilanci, resoconti e, inevitabilmente, di giudizi e voti. Come alla fine di ciascun anno scolastico, infatti, abbiamo deciso di assegnare a ognuna delle 20 squadre che hanno nobilitato la nostra massima serie una valutazione specifica a corredo di un’annata comunque spettacolare, emozionante e speciale, peraltro, l’ultima in maglia giallorossa di un mito come Francesco Totti.

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Juventus voto 10

Gli uomini di Allegri conquistando il sesto titolo di campioni d’Italia consecutivo (33esimo della loro storia) hanno meritato di sicuro un voto altissimo, torreggiante, stellare. Un 10 pieno, riferendoci solo a quanto fatto vedere in Serie A, malgrado le "troppe" sconfitte al passivo (ben 5) ed un torneo chiuso solo alla penultima di campionato. Dettagli, piccolezze che però non minano assolutamente quanto di buono fatto né la forza di un collettivo capace, con un grande cammino europeo, di collezionare il maggior numero di vittorie totali (29) e casalinghe, il minor numero di sconfitte allo JStadium (0), la miglior difesa (27 gol al passivo) e la miglior serie positiva del torneo (16 risultati utili). Numeri, al netto del double già raggiunto, che ne fanno indiscutibilmente la “prima della classe”.

Roma voto 9

Dopo un lungo confronto a distanza col Napoli durato diverse settimane la Roma, nel giorno dell’addio di Totti, in uno stadio “Olimpico” strapieno all'ultimo secondo con l'ex Perotti, si regala la qualificazione diretta alla prossima Champions League. Una qualificazione sfuggita l’estate scorsa nei preliminari contro il Porto e che quest’anno era l’obiettivo principale della stagione. Un obiettivo raggiunto con tanta fatica ma che garantisce alla compagine capitolina ed al suo allenatore Spalletti (probabile partente) un 9 pieno da cui ripartire per costruire una Roma sempre più competitiva ed in grado di lottare per lo scudetto con l’insaziabile Juventus. Sugli scudi Dzeko autore di una stagione sontuosa (29 gol), Manolas, Szczesny, il solito Nainggolan ed il brillante Salah.

Napoli voto 9-

Malgrado il terzo posto finale, il Napoli di Sarri ha poco o nulla da rimpiangere per una stagione che, con tutti i primati raggiunti, pone le basi per un futuro davvero radioso. Dalla traumatica cessione di Higuain alla Juventus all’infortunio di Milik fino alla scoperta del tesoro Mertens, infatti, la squadra campana è riuscita ad emergere da situazioni problematiche esaltandosi, col duro lavoro ed un gioco regale, proprio nei momenti più delicati. Così, nell’anno dell’inutilità del record storico di gol fatti (94), di punti in una singola annata (86), del miglior rendimento esterno del torneo (43 punti), di gol in trasferta ogni epoca della Serie A (50) del numero di passaggi medi a partita (648), del minor numero di sconfitte subite (4), della seconda miglior striscia vincente (14 risultati utili consecutivi) del torneo, bisogna accontentarsi delle ottime premesse intraviste in questo 2016/17 con la speranza che il progetto Napoli possa finalmente concretizzarsi il prossimo anno.

Atalanta voto 8

Giovani, spensierati, sfacciati ma soprattutto forti. Così verranno ricordati i ragazzotti di Gasperini stagione 2016/17 che hanno portato a Bergamo il sogno europeo, un sogno che in città mancava da 26 lunghissimi anni. Anche qui però, non tutto ha avuto fin dall’inizio un preciso indirizzo con l’Atalanta che è partita con solo 3 punti nelle prime 5 giornate. Dalla sfida col Crotone e poi col Napoli però, gli orobici si sono risollevati e con l’esplosione dei vari Conti, Caldara, Gagliardini, Gomez, Petagna, Spinazzola, Kessié ed il riscatto dei Masiello, dei Toloi, dei Berisha, hanno innestato le marce alte facendo intravedere, dopo il Napoli, uno dei migliori impianti di gioco della Serie A. Atletismo, voglia, aggressività, fame agonistica, garra e tanto talento che hanno permesso ai bergamaschi di ottenere scalpi famosi (Napoli, Inter e Roma) ed una annata da ricordare, tutto (o quasi) col vivaio ed un budget risicatissimo.

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Lazio voto 8

Da Bielsa a Inzaghi la Lazio di Lotito non ha accusato alcun contraccolpo ma anzi, con quello che è stato il traghettatore della scorsa stagione, la formazione biancoceleste ha trovato le giuste alchimie, le giuste intese. Seconda scelta o no, infatti, Inzaghi è stato capace di mettere in piedi una squadra solida, arcigna, difficile da affrontare e davvero imprevedibile davanti. Con l’arrivo del bomber Immobile, la consacrazione del probabile partente Keita e della maturazione di Felipe Anderson, ora sì utile anche in fase difensiva, oltre che con la forza del gigante Milinkovic-Savic, il collettivo laziale ha superato il numero di gol realizzati ogni epoca in campionato (73 contro i 64 della stagione dello scudetto 1999/2000) con ben 19 marcatori diversi regalandosi l’accesso diretto all’Europa League e la finale della Coppa Italia. Un rendimento non da poco ad una velocità di crociera di 1.9 punti a match che, per un breve tratto di stagione, ha seriamente preoccupato anche i club, Napoli e Roma, in lotta per la Champions.

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Sampdoria voto 6.5

Il novero delle eccellenze della nostra Serie A, con voti altissimi, purtroppo, termina qui. E sì perché la media dell’8 dal sesto posto in giù non viene raggiunta da nessuno con tanti buoni giudizi e molte insufficienze. Fra quelle che hanno ben figurato però, pur non ottenendo alcun piazzamento continentale, troviamo la Sampdoria. I liguri, infatti, grazie al 4-3-1-2 del proprio allenatore Giampaolo, ad una precisa idea di gioco, al riscatto/rinascita di Muriel e ad un mercato lungimirante hanno ottenuto grossi risultati, anche in termini estetici. In più, al di là della zona tranquillità presto raggiunta dopo i 6 punti nelle prime 6 di campionato, i blucerchiati hanno messo in mostra gioielli interessantissimi come i vari Skriniar, Torreira, Linetty, Praet ma, soprattutto, Schick, sui quali, nella prossima estate, si dirigeranno le mire di grandi club per la gioia del Patron Ferrero.

Milan voto 6.5

Con un girone d’andata da 7 pieno ed un girone di ritorno da 6, la media aritmetica è presto fatta: 6.5. Un voto comunque incoraggiante per il Milan che, come detto, aveva invece un po’ illuso nelle prime 19 con addirittura una media di oltre 2 punti (ben 39) a partita e due lunghezze dalla Roma seconda a quota 41. Ebbene, con una rosa non proprio da titolo e la presenza di alcuni giovani interessanti, Montella è stato capace di fare bene e restituire, dopo tre anni di assenza, una dimensione europea ai suoi. Una Europa League che potrebbe essere, con la contestuale era cinese, una porta verso un futuro migliore, ricco di soddisfazioni e successo.

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Torino voto 6.5

L’esplosione di Belotti in zona gol, la costante crescita di alcuni giovani, il riscatto di Ljajic e Iago Falque e la conferma di Hart, sono fra le poche note liete di una stagione per il resto da considerare anonima. A Mihajlovic, infatti, era stata chiesta una qualificazione europea che, purtroppo per i granata, non è alla fine arrivata con tante, troppe occasioni andate in fumo. Per l’avvenire, invece, il cielo sembra sereno e, con la permanenza a Torino del “Gallo” e qualche piccolo rinforzo, l’assalto all’Europa potrebbe finalmente, dopo 2 anni di assenza, riuscire.

Cagliari voto 6.5

Fra le compagini neopromosse il Cagliari è stata l’unica squadra in grado di non subire l’impatto con la nuova realtà riuscendo a salvarsi senza troppi grattacapi. La formazione di Rastelli, infatti, pur partendo con un diverso budget rispetto a Pescara e Crotone, ha avuto qualche momento di sbandamento senza però mai dare l’idea di poter per questo finire nella parte pericolosa della graduatoria. L’ottimo rendimento casalingo nonostante una difesa troppo ballerina (76 gol subiti, 2 a partita) però ha fatto la differenza con ben l’80% dei punti totali conquistati al Sant’Elia. La vittoria di San Siro contro l’Inter, quella casalinga con l’Atalanta e le tante reti realizzate da Borriello, saranno fra i ricordi più preziosi da conservare in archivio in una stagione davvero molto positiva.

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Crotone voto 6.5

Il calcio ci ha donato una storia straordinaria. Il Crotone, pressoché spacciato nella prima parte della stagione, con 25 punti nel girone di ritorno si è guadagnato la possibilità di giocare ancora un anno in Serie A. Una cavalcata vincente, insperata per un club che aveva impostato la stagione costruendo una squadra con un budget davvero modesto e l’unanime considerazione di “quadra materasso”. E invece, con grinta, garra, cattiveria agonistica e la voglia impressa sul rettangolo verde in ogni singola gara di questo torneo i “pitagorici” hanno scritto una importante pagina della loro storia aggrappando e superando in extremis l’impacciato Empoli. E così, come quell’alunno che si arrabatta, si affatica alla fine dell’anno scolastico per raggiungere la sufficienza, anche il Crotone con le unghia e con i denti, con Nicola ed i bomber Trotta e Falcinelli, non è stato “bocciato”.

Sassuolo voto 6

L’era Di Francesco sembra essersi conclusa a Sassuolo, eppure, i neroverdi hanno disputato un’annata comunque importante malgrado il gravoso impegno dell’Europa League, il ritiro estivo anticipato, i turni preliminari di luglio, i tanti infortuni patiti e la lunga assenza di Berardi. Certo, non siamo di fronte al sesto posto dell’anno scorso ma, con le attenuanti appena elencate ed una rosa giovane (27.6) e nostrana, il bicchiere è di certo mezzo pieno con diversi talenti appetiti da tanti club europei. Di Francesco o no però, le basi per fare bene e continuare a costruire qualcosa di importante ci sono tutte.

Chievo voto 6

La conquista della decima partecipazione consecutiva alla Serie A è il premio che tutti a Verona si aspettavano da Maran e compagni e, senza nessun patema d’animo, è quello che è successo nella stagione 2016/17. I clivensi, infatti, hanno dimostrato di poterci stare eccome in massima serie con tanta concretezza, cinismo, spirito di squadra e qualche buonissima individualità. Su tutti l’eterno Pellissier che ha dicembre ha superato quota 100 in Serie A, Inglese, convocato anche in Nazionale contro San Marino, Castro e Valter Birsa il cervello offensivo della compagine gialloblù.

Udinese voto 6

Qualcuno potrebbe definire “senza infamia e senza lode” la stagione dell’Udinese. E invece, specie dopo la risicata salvezza della scorsa edizione del campionato (+1 sul Carpi), il club friulano ha sofferto pochissimo e, malgrado un avvio difficile con Iachini (7 punti in 8 gare), ha ottenuto una permanenza tranquilla in Serie A. Il tutto con la sapiente guida di Del Neri, capace di gestire al meglio la quarta rosa più giovane del torneo (25.7 anni, la media età dei bianconeri), le reti del duo ThereauZapata, l’ottimo rendimento di Widmer e gli exploit di Jankto e Fofana. Un collettivo giovane, con grandi margini di miglioramento e la possibilità di progredire, Del Neri Del Neri no, e far nuovamente grande l’Udinese.

Bologna voto 6

Al secondo anno in A dopo la promozione del 2014/15 il Bologna di Donadoni doveva dimostrare di valere la categoria conservando in tutta tranquillità la massima serie. Obiettivo brillantemente raggiunto con poche sbavature ed un solo momento realmente critico a cavallo fra la fine di gennaio e l’inizio di marzo con 6 gare senza successo, solo 2 punti, 4 sconfitte e 15 reti al passivo. Visto nel suo naturale sviluppo però, l’anno dei felsinei è di sicuro soddisfacente col Bologna che ha messo in mostra, oltre ad un buon gioco, il già noto bomber Destro e giovani come Verdi, Masina, Nagy, Krejci o Di Francesco. Un parco giocatori impressionante che non può fare altro che acuire le speranze dei tifosi rossoblù per una squadra sempre più forte e capace di non ripiombare nell’inferno della B.

Fiorentina 6

Dopo un primo anno davvero brillante dalla Fiorentina e dal suo visionario tecnico Paulo Sousa era lecito attendersi qualcosa in più dello scialbo piazzamento finale. Un ottavo posto che significa assenza l’anno venturo, dopo 3 anni consecutivi in giro per il ‘vecchio continente’, dall’Europa League. Già, quell’Europa League che ha dato forse il colpo decisivo alle ambizioni dei toscani proprio a febbraio quando, dopo la vittoria dell’andata contro il Borussia Monchengldbach, i tedeschi rimontarono fino poi al 2-4 finale. Una eliminazione traumatica e traumatizzante che ha un po’ spezzato le gambe ai ragazzi i quali, anche in campionato, hanno risentito dei postumi della débacle casalinga con un rendimento finale discreto ma non sufficiente a strappare il sesto posto al Milan. Con gli addii di Gonzalo Rodriguez, le incertezze di Bernardeschi e la partenza di Paulo Sousa, a Firenze c’è aria di ricostruzione.

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Genoa voto 5.5

Salvarsi ad una giornata dal termine non era forse nei migliori auspici di presidenza e tifosi, eppure il Genoa, come già accaduto qualche stagione fa, ha rischiato di essere risucchiato nelle sabbie mobili della zona retrocessione. Le responsabilità di questa “grande paura” però, vanno addebitate più alle inopinate scelte del proprio Patron che ai calciatori con una squadra completamente rivoltata come un guanto a gennaio (14 trasferimenti totali), l’esonero di Juric per Mandorlini (0.67 la sua media punti), il ritorno del croato e poi, finalmente le vittorie, decisive, in casa contro Inter e Torino. Un’annata vissuta pericolosamente e che, per fortuna dei supporters del Grifone, si è conclusa nel miglior modo possibile: il peggio è passato.

Inter voto 5

Mancini, De Boer, poi Vecchi, Pioli e nuovamente Vecchi. Così, in maniera davvero telegrafica, potremmo riassumere la difficile annata dell’Inter 2016/17, una squadra con tante individualità di grande livello ma che non ha mai trovato il suo assetto migliore. Anche qui però, una gara ha segnato la svolta, in negativo, della stagione. Dopo la perentoria affermazione casalinga contro l’Atalanta per 7-1 ed una Europa a portata di mano, infatti, la compagine nerazzurra ha inanellato una serie record di 8 risultati negativi con solo 2 punti conquistati e l’addio ufficiale ai sogni continentali oltre che al tecnico Pioli. Una situazione pesante in casa Inter che, ora, dovrà rivedere i propri piani sul mercato e capire quali calciatori meritino una chance concreta (Gabigol e Joao Mario su tutti) e su quali invece fondare la propria rinascita. Nel frattempo, il voto è abbondantemente insufficiente.

Empoli voto 5

I fasti di Sarri prima e Giampaolo poi sono di fatto lontani anni luce. E sì perché dopo due anni vissuti alla grande con salvezze tranquille, un gioco al top e tanti talenti messi in mostra, i toscani abbandonano la categoria al termine di un campionato fallimentare. L’Empoli, infatti, ha fatto davvero male e, quando hai il peggior attacco della rassegna nazionale (29 reti), subisci tanti gol e raccogli tante, troppe partite perse, ben 22, anche in una zona calda mai così poco competitiva, finisci per retrocedere in B. Una bocciatura pesante anche per l’allievo di Sarri Martusciello che, alla prima vera occasione della sua carriera, con una squadra di certo non fortissima, non ha saputo trovare le giuste contromisure atte a raddrizzare la barca e far salvare l’Empoli: disastro.

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Palermo voto 4.5

Fra la cessione della società, le solite avventurose scelte di Zamparini, l’avvicendarsi di tanti tecnici (ben 5) ed una squadra obiettivamente non all’altezza, i tifosi rosanero sono stati costretti ad essere spettatori di una stagione davvero precaria. Malgrado la salvezza arrivata in extremis lo scorso anno come monito per far meglio, la società non ha confermato gli uomini simbolo di quell’impresa affidandosi ad una rosa giovane con tante, forse troppe scommesse. Risultato? Una dolorosa retrocessione in B dopo 3 anni di buon livello nei quali al Barbera si sono esibite stelle come Vazquez, Dybala, Belotti ma anche campioni come Maresca, Sorrentino e Gilardino. Insomma, un’annata non proprio da ricordare in Sicilia con poche gioie e diverse cocenti delusioni: arrivederci Palermo.

Pescara voto 4

L’ottima cavalcata Playoff ed il bel gioco fatto vedere in Cadetteria dal collettivo del tecnico Oddo avevano portato tifosi e addetti ai lavori a credere in una possibile salvezza. E invece, pronti via il Pescara, dopo i 4 punti nelle prime due di campionato, ha dovuto attendere addirittura 22 gare prima di vincere, sul campo, una sfida in questo torneo (5-0 al Genoa nella prima di Zeman). Malgrado il cambio del tecnico però, ed un mercato invernale volto a mettere delle pezze in alcuni ruoli chiave (Cerri, Muntari, Gilardino, Bovo, Stendardo), gli abruzzesi hanno continuato a far male con tante sconfitte ed una retrocessione divenuta vieppiù, settimana dopo settimana, inevitabile con un voto che, purtroppo, non può che essere profondamente insufficiente.

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