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Scandalo FIFA, l’autogol di Blatter e l’integrità di Garcia

Fu proprio il presidente della Federcalcio mondiale a commissionare nel 2012 un’inchiesta interna all’ex procuratore federale di New York. Sperando in un’indagine all’acqua di rose. Ma Garcia non è sceso a compromessi col potere presentando un dossier di oltre 350 pagine sui 20 anni torbidi della FIFA. Prima di dimettersi dal Comitato Etico per l’avvenuta mancanza di fiducia nella sua indipendenza.
A cura di Alessio Pediglieri
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Lo scandalo che ha coinvolto la FIFA con oltre 350 pagine che racchiudono storie di corruzione o comunque fortemente torbidi degli ultimi 25 anni del massimo organismo calcistico mondiale, sono frutto dello zelo di una persona insospettabile: Joseph Blatter. Il grande Vecchio della Federazione Internazionale in odore di rielezione per il quinto mandato consecutivo, è stato infatti il responsabile di aver dato vita nel 2012 ad una inchiesta interna alla stessa FIFA incaricando come capo investigatore del Comitato Etico, Michael Garcia ex procuratore federale nel distretto Sud dello stato di New York. Una scelta quanto mai azzardata che oggi si è rivelata un pericolosissimo boomerang e che ha inguaiato l'intero organismo calcistico aprendo il fianco ad uno scandalo che fonti vicine alle indagini definiscono solamente all'inizio.

Una scelta fatta senza verifica, dallo scrigno di chi pensa di essere intoccabile e di avere un potere tanto assoluto e incontrastato da non dover abbassarsi a verificare a chi conferire incarichi e responsabilità. Sep Blatter oggi deve far fronte ad uno tsunami il cui principale principio attivo è stato lui stesso e il suo delirio d'onnipotenza nella convinzione che aprendo un'inchiesta interna alla FIFA sulla verifica deontologica delle sue scelte e dei suoi membri, si creasse un ombrello protettivo nei confronti del proprio operato sollevandolo da qualsiasi dubbio di corruzione come da sempre si vocifera. E invece, Blatter si è trovato con il ladro in casa: Michael Garcia che ha svolto le indagini e preparato il dossier senza guardare in faccia nessuno e senza scendere a compromessi con il potere. Ma sarebbe bastata un'occhiata al curriculum dell'ex procuratore federale per evitare di conferire a lui un ruolo così centrale nella vicenda. Cosa che Blatter, nel suo stato anfetaminico di potere, non h ovviamente fatto.

Michael Garcia è marito di un agente dell'FBI e già questo elemento avrebbe dovuto far desistere l'oligarca svizzero dal rivolgersi a lui. E poi era già famoso per essere persona e investigatore integerrimo: da procuratore dello stato di New York, per esempio, aveva indagato su un caso di prostituzione che riguardava Eliot Spitzer, il governatore dello stesso Stato, costretto alle dimissioni nel marzo 2008. Prima c'erano state altre inchieste scottanti con Garcia a capo delle indagini, come quella sull’attentato al World Trade Center del 1993, quella sulle bombe alle ambasciate americane in Kenya e Tanzania del 1998 o, ancora, quella sullo scandalo del programma "Oil For food" in Iraq.

Solo questo avrebbe dovuto far desistere Blatter dalle proprie scelte ma Garcia ha svolto le indagini sulla FIFA, andando a scovare il torbido anche nelle assegnazioni ai Mondiali del 2018 e del 2022, parte integrante dell'inchiesta che ha scoperchiato il calderone. Solo davanti all'integrità di Garcia tardivamente Blatter ha provato a fermarlo, riducendo a banalità i rapporti del capo del Comitato Etico fino alla decisione da parte dello stesso Garcia di dimettersi per una manifesta sopraggiunta perdita della "fiducia nella sua indipendenza" d'indagine. Che oggi ha trovato la più alta conferma.

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