35 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Sarri: “Higuain? Deluso dai modi più che dalla scelta. Aspetto lui e la Juve al San Paolo”

Dall’abbraccio e le parole di elogio del Pipita per il tecnico alla ‘fuga’ senza nemmeno un saluto, l’allenatore dei partenopei commenta così la vicenda: “Dal punto di vista personale resta l’amarezza, perché mi aspettavo che facesse almeno una telefonata. Sono abbastanza vecchio, però, per non meravigliarmi”.
A cura di Maurizio De Santis
35 CONDIVISIONI

Sarri viene dalla gavetta, la tempra acquisita nel tempo lo ha reso forte rispetto a ogni avversità incontrata sul proprio cammino. Poi pensa al modo in cui Higuain, il calciatore che lo ha abbracciato e più volte pubblicamente elogiato, ha deciso di lasciare Napoli, il Napoli e allora sente che quell'atteggiamento (non l'addio, che può starci nel calcio come nella vita) è una pugnalata al cuore. Vuoi cambiare aria? Va bene, anche se mi crepa il cuore. Hai deciso che il meglio è altrove? Prendi pure la tua strada e porta via con te il dolore, ma lascia almeno il rispetto dei bei ricordi vissuti assieme.

Higuain mostra la maglia della Juventus, indosserà la numero 9
Higuain mostra la maglia della Juventus, indosserà la numero 9

Ecco, è questo il concetto che il tecnico dei partenopei esprime nell'intervista al Corriere dello Sport quando gli chiedono di commentare lo strappo del Pipita. Uno strappo da 90 milioni di euro (da pagare in due rate) consumatosi tra Madrid e Torino, con le visite mediche svolte nel cuore della notte e in segreto. "Mi risulta difficile soffermarmi su di lui che ho appena visto con indosso la maglia della Juventus. Ne parlo, ma non volentieri – ha ammesso Sarri -. La scelta è stata sua, perché l’offerta che gli è stata fatta da noi era in linea con ciò che poi gli è stato concesso altrove".

L'abbraccio di Higuain a Sarri nella scorsa stagione
L'abbraccio di Higuain a Sarri nella scorsa stagione

A Bergamo l'ormai ex azzurro corse incontro all'allenatore e volle manifestargli con un gesto d'affetto tutta la propria gratitudine per averlo aiutato a risollevarsi dopo quel ‘maledetto' rigore sbagliato contro la Lazio. Dall'inferno di quell'errore che lo ha perseguitato anche in Copa America fino al record di reti (36) in Serie A: tutto avrebbe immaginato Sarri tranne che l'attaccante potesse abbandonarlo così, senza nemmeno una telefonata. Senza nemmeno un cenno alla squadra e ai compagni di squadra che lo hanno supportato nella strepitosa stagione, quella dello scudetto sfiorato, del primato personale e del ritorno in Champions.

Dal punto di vista personale resta l’amarezza, perché mi aspettavo che facesse almeno una telefonata, magari cinque minuti prima che cominciasse le visite mediche. Sono abbastanza vecchio, però, per non meravigliarmi. Anche i ragazzi si aspettavano un saluto. Non mi risulta ci sia stato. E però tra calciatori queste scelte vengono assorbite più facilmente. Certo, un pizzico di sconcerto lo registri, ma poi c’è il campo che aiuta a dimenticare.

Voltare pagina e andare avanti. Sarri lo ha già fatto: mette da parte la parola tradimento e pensa a come tessere la trama della squadra che nella prossima stagione è chiamata all'ennesima sfida.

Non ci piangiamo addosso, non abbiamo alibi, siamo forti. L’anno scorso abbiamo giocato tre partite senza di lui e fatto sei punti… non male, mi pare. La Juve? Favorita sulla carta. Però ci saranno 38 partite e posso assicurarvi che loro ne avranno una difficilissima, quasi proibitiva, il 2 aprile allo stadio San Paolo.

35 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views