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Sarri carica il Napoli: “A Torino a muso duro per fare il nostro gioco”

Il tecnico alla vigilia della sfida di campionato con la Juve: “Per la nostra gente non è una gara comune, quindi giocheremo anche per una città che ci spinge. Orgoglio e cuore, questo chiedo anzitutto ai miei calciatori”.
A cura di Maurizio De Santis
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Per l'orgoglio della città e per la maglia. Sarri carica così il Napoli che sabato sera è atteso dalla durissima sfida dello JStadium contro la Juventus. A Torino sarà come scendere nella fossa dei leoni: gladiatori per lo scudetto e per lo spettacolo, senza timori, coi nervi saldi e la consapevolezza dei propri mezzi. Guai a sentir parlare di pareggio come un risultato positivo, il tecnico azzurro vuole che la squadra accetti/faccia la sfida e non la subisca. Questione di mentalità, di approccio alla gara che vedrà di fronte la squadra finalista di Champions contro il Barcellona, lo stesso ambiente che – grazie alla lunga serie di risultati positivi – è arrivato a un passo dalla vetta, tiene il fiato sul collo della capolista. "Io non firmo mai per nulla, mi dà gusto la sfida e andiamo lì a muso duro – ammette Sarri in conferenza stampa -. Per la nostra gente non è una gara comune, quindi giocheremo anche per una città che ci spinge. Orgoglio e cuore, questo chiedo anzitutto ai miei calciatori a prescindere dalle difficoltà che può riservare la partita".

Come arriva il Napoli al big match? "Noi non abbiamo obiettivi finali, ma solo la partita di domani che non è più importante di molte altre… per me lo era anche Sangiovannese-Grosseto che valeva la C2. Perché? Senza quelle esperienze fatte in passato oggi non sarei qui. Che Napoli si vedrà? Abbiamo la follia di andare a Torino e imporre il nostro calcio. Loro sono più abituati di noi a giocare queste gare, ma noi ne abbiamo 4-5 che possono prendere per mano i più giovani".

Identità tattica. Azzurri in formazione tipo, con gli 11 titolarissimi in campo rispetto alla Juve che lamenta acciacchi e assenze. Sarri non si fida, predica massima concentrazione e soprattutto di non snaturare la propria identità tattica. "Giocheremo il nostro calcio, quando non lo facciamo diventiamo vulnerabili, quindi l'unica possibilità per uscire da uno stadio tremendo per gli avversari della Juve è giocare il nostro calcio. Magari non ci riusciremo, staremo 70 minuti nella nostra area, ma non per scelta, anche per 30 secondi alzeremo la testa con orgoglio e faremo il nostro calcio".

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