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Sandro Ciotti, narratore di un calcio morto con la sua voce (VIDEO)

Dieci anni fa, il 18 luglio del 2003, scomparve il popolare radiocronista. L’uomo solo al microfono, quello di ‘clamoroso al Cibali’, andò via senza alzare la voce.
A cura di Maurizio De Santis
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sandro ciotti microfono

Chissà come avrebbe commentato quella scenetta d'avanspettacolo del carro armato atalantino che schiaccia auto come sassi. E chissà quale vocabolo avrebbe coniato Sandro Ciotti per raccontare, con la sua voce oscurata dal tempo, dall'umidità (e dalle sigarette), quel fenomeno da baraccone che è diventato il calcio italiano. Scandali a iosa, inchieste (e sentenze) a cappella, presidenti col cappello, zingari e scommesse, calciatori corrotti e in bolletta, ultras padroni e assuefazione alla violenza, verbale e fisica. Niente di ‘clamoroso al Cibali'. Nulla che valga la pena essere raccontato con enfasi. Semmai ‘sotto misura', riferito al livello dei protagonisti e non alle loro prodezze balistiche. Altri tempi, i suoi. Dieci anni fa, il 18 luglio del 2003, morirono il calciatore (dalle giovanili della Lazio fino all'Anconitana in C), il giornalista – in radio e in tv -, l'autore di canzoni (‘Veronica' per Jannacci, ‘Volo' per Peppino di Capri), il conduttore della Domenica Sportiva, il regista del documentario su ‘Crujif, il profeta del gol', il doppiatore che prestò la sua voce per una cronaca ‘marziana' in Space Jam a corredo della magia di Michael Jordan e dei suoi amici, partoriti dal genio di Walt Disney. "Vi rubiamo soltanto 10 secondi per dire che quella che ho appena tentato di concludere è stata la mia ultima radiocronaca per la Rai, un grazie affettuoso a tutti gli ascoltatori, mi mancheranno!". A margine di Cagliari-Parma del 1996 salutò così il suo pubblico, gli affezionati di ‘Tutto il calcio minuto per minuto'. La sua voce metallica non graffiò più attraverso il microfono. Andò in pensione in punta di piedi, lasciandosi alle spalle un mondo – quello dello sport e del calcio italiano – che non era nella sue corde.

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