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Roma-Napoli spiegata in 5 mosse: così Sarri ha dato scacco a Spalletti

La Roma gioca solo gli ultimi dieci minuti. Sarri e Mertens mettono in scacco Spalletti. Paga la scommessa Rog, non la promozione di El Sharaawy. Spettacolare il finale di partita, col Napoli che rischia di vanificare 80 minuti di dominio.
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Sarri e Mertens mettono in scacco la Roma. Il 2-1 con doppietta del belga e amaro centro nel finale del suo grande amico Strootman è il risultato di un'impeccabile interpretazione del Napoli. Squadra sempre corta, alta, che esacerba le difficoltà nella circolazione bassa dei giallorossi. Al di là degli errori individuali di Fazio, che sbaglia il fuorigioco sul primo gol e l'appoggio da cui nasce il secondo, è tutta la squadra di Spalletti che gira a vuoto.

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Troppi i lanci lunghi, pesante l'inconsistenza fra le linee, dove invece gli azzurri costruiscono un successo strameritato. E' più lucido il Napoli in tutti i distretti e in tutte le fasi del gioco, con un Rog ‘praticamente perfetto, con Koulibaly che cancella Dzeko, con Insigne sempre pericoloso nei cambi di gioco. Una vittoria di "cazzimma" e talento, ma con una sofferenza inspiegabile negli ultimi dieci minuti, che sa di rivalsa e prefigura un sogno europeo forse non del tutto impossibile.

I palloni toccati e le zone di azione certificano il controllo del Napoli
I palloni toccati e le zone di azione certificano il controllo del Napoli

Le scommesse: Rog paga, El Sharaawy no

Spalletti e Sarri non tradiscono le fisionomie tattiche ormai consolidate. La Roma ha trovato equilibrio col 4-2-3-1, il Napoli col 4-3-3. Spalletti cambia in fascia sinistra, con Juan Jesus dietro a El Shaarawi. Rimane Fazio, dopo un piccolo allarme dell'ultim'ora, al centro di una difesa bloccata. Salah ed Emerson in panchina, torna titolare Perotti che, anche se non gli piace, parte a destra. Una mossa a sorpresa, come quelle tentate senza troppo successo con Gerson contro la Juve o Vermaelen contro il Genoa. E con esito simile. Da quella parte, infatti, Perotti non copre e qualcosa di meglio si vedrà solo, a risultato ormai compromesso, con l'ingresso di Salah.

Sarri non tocca il 4-3-3: accanto a Jorginho in regia, piazza Rog confermato da mezzala dopo la buona partita in Coppa Italia al posto di Zielinski. E il croato è uno dei migliori in campo insieme a Koulibaly e Mertens,  titolare da falso centravanti e capace di spaccare la partite con la doppietta decisiva. La Roma, pur con un numero maggiore di passaggi e tiri (22 a 13) è troppo macchinosa nella costruzione del gioco. Non è un caso che le combinazioni di passaggi più frequenti dei giallorossi sono i 14 appoggi di Manolas a Rudiger e di Juan Jesus a Fazio. Nel Napoli invece determinanti i 15 tocchi di Jorginho verso Hamsik e la combinazione Ghoulam-Insigne (12 passaggi) segno di una vocazione alla verticalità decisamente più marcata.

Mertens, scacco a Spalletti

La chiave della partita è la fascia destra della Roma, con Rudiger che sale, Perotti non troppo a suo agio (come contro il Villarreal) e gli automatismi della catena Ghoulam-Insigne funzionano meglio. La Roma fa fatica all'inizio a gestire il possesso palla negli spazi stretti contro un Napoli che pressa alto e fa circolare il pallone con maggiore efficacia. Questo scompensa la copertura difensiva giallorossa, come emerge sulla prima vera occasione per il Napoli.

Sul cross da sinistra, Juan Jesus ritarda la diagonale e Insigne si ritrova solo a centro area per un improbabile colpo di testa. Il contrasto fra la molta densità del Napoli e la buona disposizione tra i reparti della Romacrea un match equilibrato ma non particolarmente spettacolare. Sarri dimostra di averla preparata bene, tiene la difesa alta e costringe anche i terzini giallorossi a portare palla per vie interne. Il gol annullato per mani di Perotti, che non protesta, testimonia una delle vie con cui Spalletti ha pensato di scardinare il Napoli: gli inserimenti di Rudiger sulla destra con l'ex Genoa che si accentra e taglia negli spazi per aggredire l'area.

Il Napoli passa una ventina di minuti a giocare con cross e lanci lunghi. Alla prima verticalizzazione in velocità però passa. La difesa sbaglia i tempi del fuorigioco, è Fazio che valuta male, Mertens liberato dal movimento di Hamsik fra le linee brucia tutti, Szczesny tarda l'uscita e il 17mo gol è elementare.

Il primo tempo di Mertens: pochi tocchi, ma determinanti per aprire la difesa della Roma
Il primo tempo di Mertens: pochi tocchi, ma determinanti per aprire la difesa della Roma

Roma, troppi lanci lunghi

Non bastano i recuperi energici di Nainggolan per risollevare una Roma che non incide. Dzeko, solo, è poco aiutato, sulla trequarti i giallorossi si scollano troppo e l'occupazione difensiva degli spazi del Napoli frustra la generosità confusa della Roma. Se dopo mezz'ora, il Napoli ha 72 passaggi nella trequarti offensiva a 56, la ragione è piuttosto chiara. E il ricorso alle palle lunghe testimonia la difficoltà per la squadra di Spalletti di superare il primo pressing e gestire l'uscita bassa del pallone.

Il secondo gol annullato di giornata, sgambetto di Mertens che aspetta Fazio e allarga la gamba, certificano comunque il controllo del Napoli nella metà campo offensiva. In queste condizioni, con le scelte offensive prevedibili e senza effettive variazioni, la Roma fatica anche a dominare dal punto di vista fisico contro Albiol e Koulibaly, che in due vincono 5 duelli aerei nel solo primo tempo.

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Il colpo del ko

Nel secondo tempo Spalletti inverte gli esterni alti Perotti e El Sharaawy ma è il break centrale di Nainggolan ad accendere la Roma (tiro da fuori deviato da un ottimo Koulibaly. L'illusione però dura poco. Rudiger, sbilanciato, si fa bruciare da Insigne su un altro appoggio sbagliato in uscita. Fazio, distratto, non chiude la linea di passaggio, e Lorenzo il Magnifico può pennellare per l'inserimento di Mertens che al secondo tiro segna il secondo gol di giornata.

Spalletti deve naturalmente dare più spinta: dentro Salah per uno spento El Shaarawy, dentro Bruno Peres che va a destra con Rudiger centrale, per Fazio. Salah crea e insieme vanifica la prima grande occasione della Roma, sul filtrante del solito Nainggolan, ma esalta la lucidità e la presenza scenica di Koulibaly, che cancella i dubbi delle ultime settimane. L'egiziano costringe un attento e rapidissimo Reina a un'uscita da applausi fuori area su un lancio centrale che per la prima volta nel match scopre alle spalle la difesa del Napoli.

La reazione tardiva della Roma

La Roma migliora dopo aver subito il secondo gol. I lanci lunghi continuano a sbilanciare la difesa del Napoli, Koulibaly si perde Dzeko che però sbaglia il diagonale. I ritmi salgono, l'imprecisione e la confusione anche. Il Napoli continua a controllare i corridoi interni, i giallorossi non vanno oltre i desideri non tradotti in un'esecuzione lineare. L'infortunio di Mertens, e il relativo accentramento di Callejon, non spostano la sostanza.

I palloni toccati dopo tre quarti di partita: la Roma non riesce quasi mai a entrare in area
I palloni toccati dopo tre quarti di partita: la Roma non riesce quasi mai a entrare in area

L'incursione di Rog e il palo di Salah a dieci minuti dalla fine, su un'azione non troppo dissimile da quella che ha portato Mertens al gol del vantaggio, illudono la Roma e accendono un finale difficile da prevedere. Il Napoli si abbassa e incassa qualche contropiede di troppo nel finale. Perotti a sinistra va decisamente meglio rispetto al primo tempo e la stilettata finale di Strootman fa scattare un assalto generoso ma decisamente tardivo con Salah e Dzeko che si ostacolano quasi e Reina che esce alla grande.

La Roma spinge, crea più negli ultimi nove minuti che in tutto il resto del match. Il diagonale di Perotti appena largo, con gli schemi ormai del tutto saltati, e la parata strepitosa di Reina, in controtempo e dopo una deviazione, salvano un Napoli capace di complicarsi la vita e quasi pareggiare una partita già vinta.

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