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Napoli, la Champions diretta vale un tesoro

Secondo posto e Champions diretta per il Napoli sono una sorta di ‘salvadanaio’ per programmare mercato e la prossima stagione. In cassa arriva un tesoretto di circa 40 milioni.
A cura di Maurizio De Santis
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La partita di serie A tra Roma e Napoli e le ultime 3 giornate di campionato valevano un tesoro da reinvestire sul mercato per irrobustire la rosa, alimentare il tasso di competitività, soddisfare le ambizioni, trattenere quei top player che senza la Coppa mal tollerano una stagione accanto ai "figli di un dio minore" in Europa League. Molto più dell'orgoglio e della classifica: i partenopei che hanno chiuso il campionato al secondo posto incassano più soldi oltre alla certezza di accedere alla fase a gironi senza rischiare il flop nei playoff. Gli azzurri lo sanno bene, il ko contro l'Athletic Bilbao è una ferita ancora aperta: sanguinò per tutta la stagione – l'ultima di Benitez -, condizionò il rendimento della squadra (costretta anche un diverso richiamo di preparazione) e soprattutto ridimensionò gli investimenti in sede di trattative.

Una volata Champions da circa 40 milioni di euro, tra bonus di partecipazione alla fase a gironi (12 milioni) e la parte dei ricavi commerciali determinata dalle variabili del market pool (circa 27 milioni). Atalanta e Frosinone in casa, Torino in trasferta per il Napoli. Genoa e Milan lontano dall'Olimpico e Chievo in casa per la Roma. The end, il finale è per la storia col Pipita che ha stracciato il record di Nordahl e consegnato la Champions diretta al Napoli

Roma-Napoli: Manolas vs Higuain.
Roma-Napoli: Manolas vs Higuain.

Fase a gironi, 12 milioni nel salvadanaio

La partecipazione alla fase a gironi della Champions è una sorta di salvadanaio di partenza che porta in dote 12 milioni di euro che, grazie alla nuova distribuzione dei proventi, può arrivare fino a un tetto massimo di 21 milioni di euro comprensivi dei bonus legati ai risultati. Come si arriva a questa cifra? Sommando ai 12 iniziali i 9 ottenuti dalle 6 vittorie (ognuna del valore di 1.5 milioni, mentre ogni pareggio vale 500 mila euro). A questi andrebbero ad aggiungersi anche i 5.5 milioni previsti dalla Uefa come ulteriore premio per il superamento dei gruppi e l'accesso agli ottavi di finale. Totale: 26.5 milioni di euro.

Un bingo da 54.5 milioni. Il cammino che conduce alla finale è sì irto di difficoltà ma arreca soddisfazioni economiche considerati gli ulteriori 6 milioni per la qualificazione ai quarti, i 7 milioni per chi arriva in semifinale per un subtotale di 18 milioni e 500 mila euro. Vincere la finalissima assicura altri 15 milioni di euro (10.500 in caso di secondo posto). Morale della favola: giungere fino al traguardo e sollevare la Coppa significa portare a casa 54.5 milioni di euro, 50 netti in caso di sconfitta in finale.

I ricavi della Champions (fonte tifosobilanciato.it)
I ricavi della Champions (fonte tifosobilanciato.it)

Champions, il tesoro del market pool

Market pool tra proventi commerciali e diritti tv. La quota che spetta all'Italia è di 100 milioni di euro e viene così suddivisa: una prima parte è distribuita in base al piazzamento in campionato, una seconda in relazione al numero di partite giocate. Cosa vuol dire? Se nell'urna del sorteggio di Nyon arrivano tre italiane ne può trarre benefici il ranking ma, in quanto a convenienza economica, dividere per due piuttosto che per tre alimenta ‘gli interessi egoistici' delle singole società.

Nel caso in cui anche la terza classificata in Serie A superasse i playoff allora quota fissa dei ricavi commerciali avrebbe questa ripartizione: 25 milioni alla squadra chi vince lo scudetto, 17.5 alla seconda e 7.5 alla terza. L’altra metà, invece, sarà divisa a stagione conclusa in proporzione al numero di partite giocate da una squadra rispetto alle connazionali: si va da un minimo di 9.37 milioni (una eliminata ai gironi, le altre due che proseguono il cammino) a un massimo di 26 milioni (una che prosegue il cammino, le altre due subito eliminate).

Se la terza classificata in Serie A non supera lo sbarramento dei playoff, retrocede in Europa League e percepisce una sorta di indennizzo del 10% della parte fissa del market pool (5 milioni). In questo caso alle altre due squadre (la prima e la seconda classificata) toccherebbe una somma superiore: 24.75 e 20.25 milioni. La parte variabile garantirebbe da un minimo di 15.78 milioni a un massimo di 34.21 milioni (una che prosegue il cammino, l’altra fuori ai gironi).

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