Roberto Mancini: “Provo affetto per Balotelli, Ibrahimovic grande campione”
Certe esperienze si fanno fatica a dimenticare e ti rimangono "dentro" per molto tempo. Le quattro stagioni all'Inter, piene di soddisfazioni e successi, sono rimaste indelebili nella testa di Roberto Mancini. Il tecnico del Galatasaray, intervistato da "So Foot Junior", ha ricordato quelle annate e, in particolari modo, la sua avventura con due grandi campioni: Zlatan Ibrahimovic e Mario Balotelli. Con lo svedese, arrivato a Milano nell'agosto del 2006, "Mancio" ha condiviso il suo miglior campionato in nerazzurro: "Quando Moratti prese Zlatan, lui era già un campione – ricorda l'allenatore di Jesi – Aveva grandi qualità ma la cosa che gli mancava era il segnare più reti. Gli ripetevo spesso che, con le qualità che aveva, avrebbe dovuto fare almeno due reti a partita. Ibra è uno che va veloce: le cose che gli dici le impara nel giro di dieci minuti".
Il rapporto con Mario – Mancini e Balotelli cominciano a frequentarsi nella stagione 2007/2008. Dopo un anno con la "Primavera", l'attaccante viene aggregato in prima squadra per volere proprio del "Mancio". Balo muove i primi passi a fianco di Ibrahimovic e lascia il suo segno (indelebile) in Coppa Italia, poi persa dall'Inter, e vincendo il suo primo tricolore. Un rapporto, quello tra il tecnico e Mario, fatto di alti e bassi: gioie e dolori che hanno seguito entrambi anche ai tempi del Manchester City. Dopo grandi giocate e gol spettacolari e nonostante i diversi cartellini rossi, le discussioni animate e una mezza rissa in allenamento, Mancini continua a ricordare con piacere la sua "amicizia" con Balotelli: "Io per lui provo tanto affetto – spiega l'ex Citizens – non può essere una relazione come quella tra padre e figlio ma è comunque un ottimo rapporto".
