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Retroscena di mercato, Suarez: “Rodgers mi convinse a rifiutare la Juve”

L’attaccante uruguaiano del Barça racconta della trattativa fallita con la Juventus per l’intercessione di Rodgers, manager del Liverpool.
A cura di Maurizio De Santis
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"Rodgers m'impedì di andare alla Juventus". A raccontare il retroscena di calciomercato è Luis Suarez che, nella sua biografia, parla della trattativa mancata con i bianconeri per l'ostruzionismo fatto dal manager del Liverpool. Accadeva tutto circa un paio di anni fa, quando il nome del ‘pistolero' alimentava il chiacchiericcio di calciomercato. L'uruguaiano, che non sembrava attraversare un buon momento nel Merseyside, venne però convinto dall'intercessione del manager dei reds che fece il possibile per trattenerlo in Inghilterra. Ci riuscì e la strategia adottata si rivelò vincente non solo perché venne respinto l'abbordaggio del club torinese ma anche per il rendimento in crescendo dell'attaccante che – nei mesi a seguire – avrebbe trascinato il Liverpool verso la conquista della qualificazione in Champions League e a lottare per il titolo in Premier. "Il primo colloquio che ebbi con Brendan Rodgers fu a Melwood (nel centro sportivo dei reds, ndr). Allora si trattò solo di un contatto perché mi disse che avrebbe voluto parlarmi seriamente – ha raccontato Suarez, ora al Barça, nella sua biografia, come riportato da BFMTV – . Aveva saputo che c'era la possibilità che andassi alla Juventus e ne voleva discutere".

Il calciatore ha lasciato l'Inghilterra e Liverpool nell'estate scorsa, dopo la travagliata esperienza al Mondiale in Brasile (per il morso a Chiellini, la maxi squalifica inflittagli dalla Fifa e il corredo accessorio di polemiche): 80 milioni di euro è la cifra pagata dai blaugrana per portarlo nella Liga e piazzarlo in prima linea accanto a Messi e Neymar. "Rodgers mi parlava in spagnolo e mi chiese del tempo – ha aggiunto Suarez -. Mi spiegò che avremmo cambiato il modo di giocare e che la manovra si sarebbe sviluppata palla a terra. Mi fece capire che anche a livello tattico avremmo cambiato qualcosa, esprimendo un gioco offensivo. E' così che mi convinse. E anche se i risultati non arrivarono subito, il gioco stava migliorando".

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