Real Sociedad infuriata: “Denunciamo l’arbitro per furto”
Due calci di rigore discutibili, generosi, inesistenti. Così la Real Sociedad ha definito quei penalty (di cui uno sbagliato da Cristiano Ronaldo) concessi al Real Madrid nella gara di Liga giocata mercoledì sera al Bernabeu e vinta dai blancos per 3-1. La dirigenza del club basco, però, ha deciso di andare oltre e valuta azioni clamorose nei confronti dell'arbitro, Jose Luis Gonzalez: ovvero, denunciarlo alla polizia per furto. Proprio così, a giudicare dalle parole che il presidente Aperribay ha rivolto al ‘fischietto' alla fine del primo tempo, quando il fattaccio s'era ormai consumato e la partita incanalata dalla parte delle merengues. "Tutto questo è vergognoso – ha ammesso il massimo dirigente, recatosi nello spogliatoio della terna arbitrale – siete venuti qui per derubarci. Vi denuncio alla polizia".
Perché la Real Sociedad contesta in maniera così vibrante le decisioni del direttore di gara? Secondo la versione fornita dalla società, attraverso l'ausilio delle immagini, in occasione del primo rigore sarebbe evidente il ‘tuffo' di Karim Benzema in area, con il francese che sarebbe stato protagonista di una simulazione clamorosa; relativamente al secondo, il tocco di mano di Carlos Martinez sembrava involontario e non c'erano gli estremi per concedere un secondo calcio di rigore. Non è finita, perché la Real Sociedad s'è sentita defraudata anche per un'altra azione molto dubbia rispetto alla quale l'arbitro non ha mostrato altrettanta risolutezza: un fallo commesso da Pepe avrebbe meritato come sanzione un calcio di rigore ma il direttore di gara ha ritenuto che non ve ne fossero gli estremi.
La Real Sociedad non è la prima squadra a lamentarsi dei presunti trattamenti di favore ricevuti dai madrileni da parte degli ufficiali di gara. Il Rayo Vallecano ha avuto due giocatori espulsi nel primo tempo di ultima partita in casa del Real Madrid prima di Natale, il tecnico Paco Jemez sbottò definendo quelle decisioni "una vergogna per il calcio spagnolo".
