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Real Madrid, sentenza Cruyff: “Blancos nella mer.. per colpa di Zidane”

Dopo la polemiche nate in Spagna, per la mancanza del patentino da allenatore del francese, l’ex allenatore del Barcellona entra a gamba tesa sugli eterni rivali: “E’ stata una grave leggerezza da entrambe le parti”. Il precedente di Roberto Mancini.
A cura di Alberto Pucci
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Sarcastico e tagliente come sempre, Johan Cruyff è tornato a dire la sua sull'attuale momento del calcio spagnolo e, in particolare, sulla bufera che ha coinvolto il Real Madrid e Zinedine Zidane: allenatore del Castilla (la seconda squadra delclub campione d'Europa). Incalzato sulla vicenda, che ha visto Zidane sospeso per mancanza di patentino da allenatore, l'ex stella del calcio olandese non ha usato mezzi termini: "Il Real Madrid sapeva che Zidane non aveva il patentino – ha dichiarato l'ex allenatore del Barcellona – E' assurdo essersi cacciati in un simile guaio, ora sono davvero nella mer..". Dopo la sospensione di tre mesi della RFEF (Real Federacion Española de Futbal) e la conferma della Corte d'appello della stessa Federcalcio iberica, il club "merengue" ora potrebbe rivolgersi al Tribunale amministrativo dello Sport, terzo grado della giustizia sportiva spagnola, per sbloccare una situazione che, secondo la dirigenza madridista, non avrebbe motivo di esistere poiché Zidane avrebbe frequentato il corso per allenatori in Francia.

Le parole del santone orange – Nonostante il comunicato ufficiale del Real Madrid, contrario alla decisione della giustizia sportiva, Johan Cruyff pare non credere alla buona fede del club rivale: "Hanno commesso entrambi una grave leggerezza e dovevano essere consapevoli di ciò che facevano – ha detto Cruyff – Mi sembra incredibile che sia capitata una cosa del genere a uno con l’esperienza di Zinedine ZidaneIn Olanda abbiamo semplificato le cose e chi è stato vice-Ct ha preso automaticamente il patentino. Quando smisi di giocare, mi proposero di studiare per prenderlo. "E chi ha voglia di studiare quattro anni?", risposi". Un caso analogo scoppiò anche in Italia nel febbraio 2001, quando la Fiorentina chiamò in panchina Roberto Mancini, fino ad allora secondo di Eriksson alla Lazio. Il "Mancio", che attirò su di se le ire di Renzo Ulivieri ("Le regole vanno rispettate, Mancini non può allenare"), riuscì a far valere l'esperienza sulla panchina romana e a farsi dare una deroga per poter guidare la squadra viola, fino alla conquista della successiva Coppa Italia.

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