Ranieri, Mancini, Mourinho: in Premier se vinci ti esonerano
Claudio Ranieri è stato esonerato dal Leicester. Questa notizia ha fatto il giro del mondo, perché l’allenatore romano appena nove mesi fa ha vinto la Premier League con le ‘Foxes’, una squadra che mai aveva nemmeno sognato nella sua storia il titolo e invece grazie a Ranieri ha potuto compiere un’impresa titanica. Quel trionfo è stato celebrato dovunque. Sir Claudio è diventato l’emblema di tutti quelli che pensano che nella vita c’è tempo per fare tutto e che bisogna vivere con impressa questa frase: “Don’t Dream is Over”. Il Leicester è tornato bruscamente alla realtà. Adesso lotta per non retrocedere e i dirigenti pur a malincuore hanno fatto fuori il tecnico che, suo malgrado, allunga la striscia di tecnici che dopo aver vinto vengono liquidati.
Mou e Mancio – In questi ultimi cinque anni ben tre tecnici campioni in carica nell’annata successiva sono stati cacciati. Il primo è stato Roberto Mancini. L’allenatore italiano in modo rocambolesco conquistò la Premier nel 2012 e un anno più tardi dopo una inaspettata sconfitta in finale di FA Cup fu liquidato a un paio di giornate dal termine. Sir Alex Ferguson il titolo lo ha vinto nel 2013 per l’ultima volta, e per non subire anomale conseguenze decise di lasciare il Manchester United. Pellegrini il titolo lo ha vinto nel 2014, resta sulla panchina del City fino al termine del campionato 2015-2016, quando viene esonerato. Mourinho torna al Chelsea, vince con il vento in poppa prima di essere liquidato proprio dopo una sconfitta subita contro il Leicester di Ranieri. La ruota gira per tutti e i successi si dimenticano troppo rapidamente.
Wenger salvo – All’elenco degli esonerati di lusso si aggiunge anche Di Matteo che nel 2012 prende il Chelsea a febbraio, vince la FA Cup e soprattutto la Champions League. Ma a novembre salta, al suo posto arriva Benitez. Sul web da ieri sera è diventato un grande protagonista Arsène Wenger, in sella all’Arsenal dal 1996 e che non vince la Premier dal 2004. E forse per questo lui l’onta dell’esonero non l’ha provata.