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Ranieri: “Leicester campione? Ora o mai più”

Il tecnico analizza lo straordinario momento dei Foxes in vetta alla Premier e rivela un retroscena sul mancato arrivo di Eder. Una battuta anche su Napoli-Juve: “Non ci sono favoriti”
A cura di Marco Beltrami
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Favola Leicester? La squadra di Ranieri ormai è una realtà, una bellissima realtà. I Foxes con il 3-1 rifilato sul campo dei Paperoni del Manchester City hanno messo un altro piccolo mattoncino sulla strada che porta al titolo di campioni d’Inghilterra. Incredibile ma vero Vardy e compagni sono in verra alla classifica con 5 punti di vantaggio sulle inseguitrici. Un rendimento pazzesco per una formazione che ad inizio stagione puntava alla salvezza.

Leicester, ora o mai più

Una bella rivincita dunque per l’allenatore capitolino che, intervenuto ai microfoni di Radio Anch’io Sport su Radio Rai, ha dimostrato di crederci, anche perché si tratta di un’occasione unica per il Leicester:  “Questa è una squadra che si è salvata l'anno scorso facendo le ultime 5-6 partite da ‘disperati'. Dopo le prime amichevoli ho capito che andava cambiato qualcosa, poco alla volta, ma ho chiesto ai giocatori di continuare a dare tutto, perché quando giocano da ‘disperati' fanno cose magnifiche. E piano piano hanno preso confidenza. E' una Premier talmente strana che anche se stiamo facendo bene, siamo in testa perché le altre big non stanno ingranando. O quest'anno o mai più, non avremo un'altra opportunità, il prossimo anno saremo fra il decimo e il sesto posto, per cui o entriamo determinati in ogni partita o lasciamo stare tutto. E i ragazzi vogliono vincere questo titolo. Ma non è vero che dopo l'Arsenal è tutto in discesa, ogni partita è difficile e nelle ultime tre giornate di campionato affrontiamo Everton, Manchester United e Chelsea. I tifosi continuino a sognare"

Il segreto dei Foxes

Ma qual è il segreto del Leicester?  Ranieri non ha dubbi: il clima nello spogliatoio è sempre sereno e rilassato e all’esperto mister richiama l’avventura di Catanzaro: “Siamo ancora tutti amici e ci incontriamo ancora oggi, la stessa atmosfera c'era a Cagliari, dove in due anni siamo andati dalla C alla A. Quando sono arrivato qui la positività che respiravo era la stessa di quei tempi. Il 20 ottobre, per il mio compleanno, eravamo nello spogliatoio, perché stava per cominciare la partita, a un certo punto il proprietario si è presentato con due carrelli di torte e le candeline: mi hanno festeggiato, e mancavano solo dieci minuti all'inizio della gara. Questo per dire del clima positivo e sereno che c'è nel club, pensate se accadesse in Italia".

Super Vardy e il retroscena di Eder

L’uomo copertina della capolista è sicuramente il bomber Vardy con Ranieri che lo esalta svelando anche un retroscena su Eder vicino al trasferimento in Premier: “Vardy ha fatto gol nelle categorie inferiori, è stato preso a un milione dai dilettanti e sembrava una follia, in B ha fatto 16 gol, l'anno scorso 5 o 6 e quest'anno l'ho lasciato libero di esprimere le sue qualità e in generale ho fatto capire alla squadra i nostri pregi e i nostri difetti. Eder? Lui ha preferito il campionato italiano e a quel punto abbiamo preferito rimanere così piuttosto che prendere qualcuno e rischiare di rompere l'equilibrio nello spogliatoio”.

Una lezione al calcio italiano

Non bisogna dimenticare però che l’avventura del Leicester nasce da un progetto ben strutturato. Una programmazione che finora si è rivelata perfetta e che fa da contraltare a quanto accade in Serie A: "Il monte ingaggi non supera i 70 milioni. Qui c'è il salary-cup e più di tanto non possiamo spendere. L'anno scorso la squadra si è salvata, più anni stai in Premier e più puoi spendere. Avevamo un monte ingaggi basso perché era salita da poco dalla serie B. Il presidente del club è una persona eccezionale, è lui che mette positività, non vuol sapere nulla, mette il budget e viene a vedere le partite.L ’importante è che tu abbia una società alle spalle, una seria programmazione. In Italia ci sono più difficoltà perché quando le cose vanno male, sembra che va male tutto. Qui i giocatori sono più sereni, l'ambiente è diverso, si vive lo sport a 360 gradi. Noi quando una squadra va male o la contestiamo o si chiama sotto la Curva, qui amano lo sport e ti battono le mani anche se sei l'ultima in classifica, basta che ti impegni”.

Futuro alla guida dell'Italia?

Ma se Ranieri potesse scegliere nella prossima stagione alla luce delle voci sul suo futuro preferirebbe una Champions con il Leicester, o la panchina della Nazionale. Questa la riposta del capitolino: “Mi auguro di non arrivare secondo, perché quando ci arrivo è un problema… Leicester in Champions e chiama la Nazionale se Conte lascia? Se si può fare tutte e due sì….". E proposito di Nazionale una battuta anche sull’esperienza alla guida della Grecia, assolutamente fallimentare: "Non mi interessa quello che è successo, penso a fare il mio lavoro. Purtroppo nel nostro mondo siamo subito pronti a dare delle etichette ma non ero infastidito dallo scetticismo, ero infastidito dal pressapochismo di chi giudica. Avevo voglia di conoscere come si allena una nazionale, diverse volte avevo ricevuto delle richieste e avevo detto no ma la Grecia mi affascinava e una serie di cose mi hanno spinto a dire sì. C'era da ricambiare tutto e ho potuto fare solo 4 partite senza nessuna amichevole e potendo allenare i giocatori solo tre giorni prima della gara. Abbiamo perso la prima gara su rigore in uno stadio deserto, rivedo i giocatori dopo due mesi e li alleno per altre tre giorni. Come può vincere un allenatore che deve ricostruire una squadra? Io non ho fatto male il mio lavoro, ma ho scelto male. E chi è arrivato dopo di me, è andato via pure lui, lì c'è una situazione drammatica”.

Su Juve-Napoli

In conclusione una battuta sulla sfida tra Juventus e Napoli, due formazioni che Ranieri conosce bene avendole allenate entrambe: “La Juve è quadrata, è abituata a vincere, dall'altro lato c'è l'idea bellissima di Sarri, un allenatore arrivato troppo tardi alla serie A, che sta facendo divertire Napoli come non succedeva da tempo. Che vinca il migliore. Favoriti non ce ne sono. La Juve, giocando in casa e avendo fatto una rincorsa eccezionale, avrà motivazioni altissime, il pubblico giocherà un ruolo importantissimo e mi auguro una bella partita di calcio e di sport".

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