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Questa Italia è una (s)Ventura. Cosa aspetta il ct a cambiare modulo? L’Apocalisse

La gara contro Israele ha confermato tutte le perplessità emerse nella partita contro la Spagna. Il modulo (4-2-4) scelto non si addice alla Nazionale né ai suoi interpreti eppure Ventura insiste e tira diritto per la sua strada. Ci porterà a Russia 2018?
A cura di Jvan Sica
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Guardi la Nazionale soffrire anche contro Israele. Dico Israele, non la Spagna. E pensi che la coerenza di Ventura nell'adottare quel modulo (il 4-2-4 in balìa delle Furie Rosse) non sia un valore aggiunto ma ostinazione perché fuori contesto rispetto a una Nazionale priva degli uomini e della mentalità giusta per applicare e sostenere questa impostazione tattica.

Candreva non è il Cerci in forma del Torino, VerrattiDe Rossi non riescono a fare filtro e allo stesso tempo a dare ritmo forsennato alla manovra, come deve essere per prendere in contropiede gli avversari e non servire le ali facendole partire da fermo. Non abbiamo (Conti sembra il più adatto) i terzini di assalto che servono per liberare le ali e far sì che producano gioco nella fascia centrale del campo.

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Questa Italia è perfetta per una difesa a 3, con esterni di energia che sanno coprire bene, e con un Verratti che divida il compito di impostare insieme a due mezze-ali di qualità. Con un assetto del genere potrebbero tranquillamente giocare i due attaccanti scelti da Ventura, Immobile-Belotti, oppure modificare l’attacco, pensando a una sola punta, con due ali di fantasia, Insigne-Bernardeschi o Berardi. Tutti potrebbero facilmente coesistere.

Impostando la squadra con il 4-2-4, invece, si fa giocare troppo spostati in fascia gli esterni d’attacco, ma soprattutto si crea una netta inferiorità numerica al centro del campo, dove non abbiamo un duo di centrocampisti capace di fare la doppia fase con grande forza e lucidità d’impostazione. Uomini ‘di lotta e di governo'. Già ma dove sono?

I calciatori italiani stanno crescendo, acquisendo consapevolezza di un valore internazionale che mancava da anni nel nostro panorama calcistico. Valorizzarli in un assetto di squadra che ne sappia sfruttare le singole capacità è non solo compito di un commissario tecnico che deve arrivare ai Mondiali per non arrivare all'Apocalisse di cui ha parlato Tavecchio, ma anche l’obiettivo di costruire un futuro per l’intero movimento.

Impariamo ancora una volta dalla Spagna. Gli Asensio, Isco e Koke vengono fuori da un lavoro tattico immaginato con gli Xavi, Xabi Alonso e Iniesta e poi condotto senza sconvolgimenti tattici non in linea con l’idea di calcio del Paese. Abbiamo difensori tecnici ed esterni di buona fantasia. Facciamoli giocare come meglio potrebbero. Altrimenti questa Italia sarà solo una (s)Ventura.

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