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Quando Graham Poll espulse Simunic dopo la 3a ammonizione in Croazia-Australia

Il 22 giugno 2006, in un match della fase a girone dei Mondiali di Germania, l’inglese Graham Poll effettuò un clamoroso errore e cacciò dal campo il difensore croato Simunic solo dopo averlo ammonito per la terza volta.
A cura di Alessio Morra
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Il 22 giugno non è un giorno qualunque nella storia dei Mondiali di calcio. Perché nel 1986 Diego Armando Maradona, nel quarto di finale tra Argentina e Inghilterra, prima segnò un gol di mano a Peter Shilton e poi realizzò il gol più bello di tutti i tempi. Il ‘Pibe’ saltò mezza squadra avversaria e con un tocco morbido batté ancora Shilton. Vent’anni più tardi, nel Mondiale di Germania, è accaduto un episodio che, in modo ovviamente diverso, è passato alla storia. Perché nel corso della partita tra la Croazia e l’Australia, che si giocavano l’accesso agli ottavi di finali, l’arbitro, l’inglese Graham Poll, espulse il difensore Simunic solo dopo la terza ammonizione. L’errore fu macroscopico, ma in campo non se ne accorse nessuno, nemmeno i calciatori australiani protestarono per il mancato rosso, dopo il secondo cartellino.

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I fatti – Croazia e Australia si giocavano la qualificazione agli ottavi di finali. I ‘Socceroos’ erano messi meglio in classifica, in panchina erano guidati da Hiddink, mentre la Croazia per qualificarsi doveva solo vincere. Simunic con una dura entrata su Kewell ‘the Jewel’ in avvio di partita si beccò il primo cartellino giallo. Sul finire del primo tempo il croato viene ancora ammonito, ma il cartellino rosso non fu estratto da Poll. Pochi minuti più tardi Simunic commise un altro brutto fallo e vide davanti a sé ancora un cartellino giallo. In questo caso il rosso arrivò.

La difesa di Poll – La Croazia in 10 uomini non riuscì a contrastare l’Australia che in rimonta ottenne il 2-2 e una storica qualificazione agli ottavi – in cui furono eliminati dall’Italia di Lippi. L’arbitro Graham Poll chiuse con quell’errore il suo Mondiale, ma non la sua carriera internazionale. Tempo dopo l’inglese disse: “Simunic aveva l’accento australiano e pensavo di aver ammonito un giocatore dell’Australia”. In effetti l’ex difensore è nato proprio dall’altra parte del mondo e quell’accento gli permise di farla franca e a modo suo di passare alla storia dei Mondiali.

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