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Quagliarella: “Vi parlo dello stalker e di quello striscione a Napoli”

L’attaccante della Sampdoria rivela nuovi dettagli sul suo stalker e ringrazia i tifosi del Napoli: “Tengo molto al fatto che sia tornato il sereno con la mia gente”
A cura di Giuseppe Cozzolino
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Fabio Quagliarella torna a parlare della vicenda che ha sconvolto la sua carriera: quella legata allo stalker che, di fatto, ne ha condizionato prima l'annata nelle fila del Napoli e poi il resto della sua carriera. Lo ha fatto in una lunga intervista che andrà in onda su Sky per il programma "I signori del calcio", ma della quale vi sono state già alcune anticipazioni.

"Lo stalker mi ha privato della serenità di giocare"

Non ama tornare sull'argomento tanto spesso, anche adesso che la vicenda è chiusa sotto il profilo giudiziario. Eppure, Fabio Quagliarella ha ancora l'amaro in bocca per com'è andata. "Dal mio arrivo a Napoli, anzi già da un anno prima, iniziavano ad arrivarmi lettere anonime, minacce di morte, messaggi sul telefonino di ogni genere, a me, a mio padre, a mia madre, di qualsiasi natura, attacchi brutti di pedofilia, di camorra", ha raccontato, "e da lì è iniziato un incubo. È iniziata a venire a mancare la serenità per giocare. Questo fatto era diventato un incubo, un’ossessione. Qualsiasi persona ti guardasse, tu avresti potuto dire “può essere lui, può essere l’altro”. E credetemi, io non amo tanto ritornarci su, perché fa male", ha proseguito, "perché è come riaprire una ferita che mi sono portato dietro per diversi anni. Non è una cosa di uno, due, tre mesi, stiamo parlando di anni e anni".

"Lo striscione contro l'Atalanta mi ha riempito il cuore"

C'è spazio, però, anche per un po' di pace. La rivelazione ha infatti permesso al calciatore di fare pace con i suoi ex-tifosi, che lo accusarono pesantemente dopo essere passato alla Juventus. "Tengo molto al fatto che con la mia gente sia ritornato il sereno", ha aggiunto, "Quello striscione che è stato esposto in Napoli-Atalanta, ho fatto fare un poster e ce l’ho a casa. “Nell’incubo in cui hai vissuto enorme dignità, ci riabbracceremo presto Fabio, figlio di questa città”. Cosa dire? Non era dovuto nei miei confronti, ma è una cosa che mi ha riempito il cuore all'ennesima potenza", ha concluso Quagliarella. E chissà che prima di chiudere la propria carriera non possa tornare a vestire la maglia azzurra.

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