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Procura Federale: deferiti 16 club tra cui Juve, Inter e Napoli

La Figc ha evidenziato che il motivo di questo provvedimento è legato alla violazione di alcune norme relative al regolamento degli agenti dei calciatori.
A cura di Marco Beltrami
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La Procura Federale ha deciso di deferire 16 club professionistici. Si tratta di società di Serie A, Serie B e Lega Pro tra cui spiccano i nomi di Juventus, Inter, Lazio e Napoli, oltre a Palermo, Chievo, Genoa, Pescara, Catania, Cesena, Ternana, Vicenza, Livorno, Portogruaro, Grosseto e Reggina. Il motivo di questo provvedimento è legato alla violazione di alcune norme relative al regolamento degli agenti dei calciatori.

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Il tutto è stato ufficializzato attraverso un comunicato ufficiale in cui si legge: “Il Procuratore Federale, esaminati gli atti di indagine posti in essere dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Napoli e trasmessi all'Ufficio della Procura Federale lo scorso 26 febbraio, disposto con provvedimento del 29 marzo 2016, la riapertura delle indagini ed espletata la conseguente attività istruttoria in sede disciplinare, ha deferito al Tribunale Federale Nazionale Sezione Disciplinare 16 società (Inter, Juventus, Napoli, Palermo, Chievo Verona, Lazio, Genoa, Pescara, Catania, Cesena, Ternana, Vicenza, Livorno, Portogruaro, Grosseto e Reggina) a titolo di responsabilità diretta per una serie di violazioni del Codice di Giustizia Sportiva e del regolamento Agenti di Calciatori. Deferiti anche dirigenti e calciatori delle società sopra citate".

L’inchiesta a cui si fa riferimento nella nota è nata nel 2012, dopo una visita della Guardia di Finanza nella sede del Napoli prima e della Federazione Italiana Giuoco Calcio. Un blitz necessario ad acquisire la documentazione relativa alla cessione dell’ex attaccante azzurro Lavezzi al Psg, e di quelli del semi-sconosciuto Chavez. Nei nove mesi successivi, come evidenziato da “La Gazzetta dello Sport”, i finanzieri hanno fatto visita a 41 club di Serie A e B, per ulteriori controlli sulle documentazioni. Secondo l’accusa, gli agenti di alcuni calciatori, operavano per far fatturare in maniera fittizia ai soli club le loro prestazioni, in maniera tale che il lavoro di intermediazione fosse nell’esclusivo interesse dei club. In realtà invece venivano tutelati gli interessi dei giocatori assistiti dagli agenti.

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