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Pescara, Pepe: “Se non avessi giocato avrei fatto il benzinaio”

L’ex bianconero elogia la Juventus: “Ha le carte in regola per andare avanti in Champions” e ricorda Conte, suo grande maestro: “E’ allenatore, preparatore, psicologo. Il più forte tecnico che io abbia mai visto”
A cura di Alessio Pediglieri
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Simone Pepe sfida la Juventus, la sua grande ex squadra in cui ha giocato, è cresciuto tecnicamente e tatticamente, ha vinto. Oggi è a Pescara, una realtà diametralmente differente che lotta per non retrocedere, passando dal passaggio obbligato di cambio d'allenatore da Oddo a Zeman. Il centrocampista degli abruzzesi affronterà un match particolare, perché ancora oggi è nel cuore dei tifosi bianconeri e ha un ricordo splendido dell'esperienza a Vinovo dove deve tantissimo ad Antonio Conte di cui tesse le lodi e al quale vorrebbe assomigliare una volta appese le scarpette al chiodo.

Benzinaio mancato – Con la Juventus ha vinto, si è tatuato sul corpo i segni dei successi, le date degli scudetti, per non dimenticare. Un momento fondamentale di una carriera altrimenti modesta, nata quasi per caso perché nella testa di Pepe bambino c'erano altri sogni, che con il calcio non avevano nulla a che fare: "Senza calcio avrei fatto il benzinaio. Da ragazzino volevo fare quel mestiere perché vedevo sempre i benzinai con il portafogli pieno…”.

Cuore Juve – Simone Pepe forse uscirà dal campo senza un punto, ma di certo vivrà una partita straordinaria dal punto di vista emotivo. Affrontare la Juventus e provare a fermarla per il ‘suo' Pescara, la realtà attuale con la quale si sta confrontando dopo aver vissuto anni strepitosi e vincenti in bianconero: "Il fatto di esser rimasto nel cuore dei tifosi bianconeri è un motivo d’orgoglio. Forse rivedono in me lo spirito Juventus. Io non mollo e do sempre tutto in campo. La Juventus è nata con la vittoria nel sangue, come me"

Elogio a Conte – Il suo grande maestro è stato Antonio Conte, adesso al Chelsea ma che già alla Juventus studiava per essere non solamente un allenatore ma un manager a 360 gradi. Un tecnico che ha sempre voluto gestire ogni particolare, soprattutto nel rapporto con i giocatori come ricorda Pepe: "Sa come si parla ai giocatori, sa come si tira fuori il massimo e tatticamente ti spiega tutto nel dettaglio. Lui è allenatore, preparatore atletico e psicologo. Con lui è iniziato un ciclo. Ci ha dato una grande impronta valorizzando tanti giocatori. E’ l’allenatore più forte che ho avuto. È stato il mio maestro"

Futuro da ds – Il futuro di Pepe è segnato, sono gli ultimi anni di carriera e poi si cimenterà con il ruolo di direttore sportivo o team manager. Nessuna panchina, ma un ruolo vicinissimo comunque alla squadra per continuare a sentirsi parte integrante di chi scende in campo: "Mi metterò alla prova. Posso imparare dal direttore sportivo. Il club manager è una figura di raccordo tra la squadra e la società, poi vivi accanto al direttore sportivo, un mestiere che mi piacerebbe fare"

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