Sisma, la A non si ferma: paura a Pescara, tifosi abruzzesi in fuga dallo stadio
Dalle Marche fino alla Puglia. Il terremoto ha lasciato l'Italia con gli occhi sbarrati e gelato il sangue nelle vene, riportando alla memoria quanto accaduto poco tempo fa quando violente scosse rasero al suolo alcuni paesi del Centro, causando vittime e danni ingenti. Alle 21.18 il sisma ha squassato ancora una volta quella porzione di Penisola ancora sotto shock, fino a propagarsi anche a Roma, Perugia e Firenze, in alcune parti della Puglia. La magnitudo stimata è di 5.9/6.2, superiore rispetto a quella avvertita poco dopo le 19 che aveva raggiunto la magnitudo di 5.4.
Ussita, cittadina in provincia di Macerata, è il paese più vicino all’epicentro della scossa, dove non c'è più corrente elettrica e la situazione è preoccupante a giudicare dalle parole del sindaco ("il paese non c'è più", è quanto raccolto dalle agenzie). A Pescara, dove la scossa si è avvertita in maniera molto netta, è stata inizialmente sospesa la partita in programma allo stadio ‘Adriatico' tra la squadra di Oddo e l’Atalanta. Uno stop durato pochi minuti e ripreso poco dopo che la terra ha smesso di tremare.
La partita prosegue, il pubblico scappa dagli spalti
Una decisione che non è affatto piaciuta ai tifosi presenti sugli spalti che, in segno di rispetto per gli eventi luttuosi recenti legati al terremoto, per questione di sicurezza e incolumità pubblica, avrebbero voluto che l'incontro di campionato non riprendesse. La contestazione dei tifosi della Curva Nord è stata pacifica ma decisa: durante il secondo tempo della gara hanno deciso di abbandonare per protesta la parte superiore centrale del settore. Un segno di palese disapprovazione a margine della volontà da parte della Lega di far proseguire il match nonostante il forte terremoto che s'è manifestato ancora una volta nel Centro Italia e che ha causato sgomento tra gli spettatori che erano presenti allo stadio.