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Paraguay: Salvador Cabañas da calciatore a panettiere, dopo un proiettile nella testa

L’ex attaccante sudamericano, dopo aver visto in faccia la morte per un colpo sparato da un narcotrafficante, ha dovuto lasciare il calcio. Rimasto senza soldi, ora si guadagna da vivere vendendo pane.
A cura di Alberto Pucci
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Era uno dei giocatori più prolifici del Paraguay, un cannoniere da 66 reti in 115 partite, un mito per i tifosi dell'Albiroja. Stava tutto andando alla grande per Salvador Cabañas: ex attaccante della "Selecao" paraguaiana e bomber dell'América, squadra di Città del Messico. Un sogno che, però, si è infranto in un fredda notte del 2010 quando, dopo una discussione in un famoso bar della capitale, un narcotrafficante gli spara a bruciapelo colpendolo alla testa. Da quel tragico momento, la vita di Cabañas è cambiata drasticamente. A distanza di quattro anni, dopo il ricovero d'urgenza in ospedale, il mese di terapia intensiva, il delicato intervento chirurgico e la decisione dei medici di non rimuovere il proiettile dal suo cranio, il 34enne attaccante paraguaiano oggi sbarca il lunario aiutando i suoi genitori nella panetteria di famiglia. In questi tragici mesi, Cabañas ha dovuto abbandonare definitivamente il calcio (nonostante un disperato tentativo nel 2012) e costruirsi una nuova vita dopo la separazione dall'ex moglie: causa che ha fatto perdere al giocatore tutti i soldi guadagnati in carriera e alcuni beni preziosi, tra i quali un palazzo ad Asunción, valutato più di 5 milioni di dollari.

La fede in Dio – Ogni giorno, quando si alza alle quattro del mattino per preparare il pane che poi dovrà andare a vedere con il suo camioncino, Salvador Cabañas alza gli occhi al cielo e ringrazia: "Dio mi ha dato una seconda possibilità – ha confidato l'ex giocatore in un'intervista ripresa anche dalla Gazzetta dello Sport – Quello che faccio ora mi piace. La gente mi riconosce, mi parla di calcio e io rispondo a tutti con piacere. Purtroppo sono rimasto senza soldi, dopo il divorzio dal mio procuratore e da mia moglie, che mi hanno raggirato. Lei ora vive in una villa da 5 milioni di dollari". Il calcio, ovviamente, gli è rimasto nel cuore, specialmente la maglia della nazionale paraguaiana: "Soffro a guardare in tv le partite della nazionale, mi fa male l'idea di non poter indossare più quella maglia". Tra un panino e l'altro, però, Cabañas potrebbe tornare perlomeno a commentarlo e ad insegnarlo il suo sport preferito. Dopo la proposta per un ruolo da opinionista televisivo, il "Mariscal" ("Maresciallo": soprannome regalatogli dai tifosi) si è rimesso gli scarpini per giocare insieme ai ragazzi: "Mi sento felice quando sono tra loro, vorrebbero tutti essere come me – ha spiegato – E pensare che, qualche giorno prima dell'incidente, mi aveva chiamato il Manchester United proponendomi un contratto. Sono rimasto in Messico, dopo che l'América mi regalò un paio di appartamenti e mi raddoppiò lo stipendio". Una scelta che ha rischiato di pagare con la vita.

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