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Covid 19

Paolo Maldini: “Il calcio doveva fermarsi prima. È stata una follia continuare”

Paolo Maldini è stato contagiato dal Coronavirus. L’ex calciatore della Nazionale e del Milan, oggi dirigente dei rossoneri, ha raccontato sensazioni e sintomi del Covid-19: “Ho ancora un po’ di tosse secca, ho perso gusto e olfatto. I dolori sono particolarmente forti e poi senti come una stretta al petto”. E sull’ipotesi che il campionato vada avanti aggiunge: “È stato folle giocare Liverpool-Atletico Madrid, impossibile dire adesso quando sarà possibile concludere la Serie A”.
A cura di Maurizio De Santis
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"Il calcio doveva fermarsi prima. E giocare a porte aperte Liverpool-Atletico Madrid è stata una follia". A parlare così è Paolo Maldini, icona del Milan e della Nazionale, oggi dirigente del "diavolo" recluso in casa per aver contratto il Coronavirus. La pandemia da Covid-19 ha infettato il cuore dell'Europa, in Italia è il Nord (la Lombardia in particolare) a pagare un conto salatissimo in termini di vite umane ed economici. Il contagio di quella che inizialmente era stata definita una "semplice influenza" s'è rivelato devastante per gli effetti della carica virale su tutte le persone, che avessero o meno altre patologie, che fossero più o meno giovani, che godessero o meno di buona salute.

Le immagini fortissime dei mezzi militari che trasportano salme altrove e le notizie che rimbalzano dalla vicina Spagna (letteralmente investita dal morbo, considerato il bollettino dei dati) lasciando in secondo piano ogni cosa, compresa la smania dei presidenti di Serie A di portare a termine la stagione.

Un finale di campionato ci deve essere e ci sarà – ha ammesso Maldini nell'intervista al Corriere della Sera -, ma quando non possiamo dirlo ora. Non ci si rimette in due giorni da questo virus. Tutti i calciatori devono avere il tempo di riprendersi e allenarsi, prima di tornare a giocare saranno necessarie almeno due settimane di preparazione.

Mai come in questo momento, l'aspetto sportivo non ha alcun valore se relazionato alla situazione contingente e ai rischi per la salute. Come stanno Maldini e suo figlio, Daniel? È lui stesso a spiegarlo, raccontando sensazioni e sintomi di questo virus invisibile che arriva dentro di te e rischia di ucciderti.

Il peggio è passato. Ho ancora un po' di tosse secca, ho perso gusto e olfatto. I dolori sono particolarmente forti, e poi senti come una stretta al petto. Ho avvertito i primi sintomi giovedì 5 marzo. Mi facevano male le articolazioni e i muscoli, la febbre non mi è salita mai più di 38 e mezzo. Non vedevo i calciatori da 14 giorni, nessuno di loro è positivo. Un mio amico ha avuto problemi respiratori ed è ricoverato all'ospedale di Legnano, non dorme e ha gli incubi. A me è andata meglio ma un po' di preoccupazione mi è venuta.

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