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Pallotta: “Il boss sono io. Così faccio una grande Roma”

Il presidente americano nella Capitale per il derby di lunedì sera. Pranza con Totti e ne discute il rinnovo. ”Fino a quando alla Roma? Fino al 2020… E’ troppo poco? No, va bene va bene”, è la battuta del capitano giallorosso.
A cura di Maurizio De Santis
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james pallotta presidente

Il derby alle porte, il rinnovo del contratto di Totti e un club da rilanciare. James Pallotta non si perde d'animo e puntualizza ogni cosa: "Il presidente della Roma sono io, nel bene e nel male. Non mi piace definirmi boss, ma lo sono". E' atterrato all’aeroporto di Ciampino in mattinata e lunedì sera sarà all’Olimpico per assistere alla sfida con la Lazio. Mancare per una partita cruciale per la stagione giallorossa sarebbe stato un delitto. Mancare avrebbe alimentato le perplessità di una piazza che attende con ansia il rilancio dopo l'ennesima stagione contraddittoria.

Il futuro. "Tutto quello che abbiamo detto che avremmo investito e che avremmo fatto lo abbiamo fatto e lo abbiamo messo – afferma ai microfoni di Tele Radio Stereo -. Se poi sui giornali vedete qualcosa di diverso da quello che diciamo, per quanto concerne i nostri bilanci o quello che vogliamo fare nei prossimi due anni, è completamente sbagliato. Se volete sentire la verità dovete parlare con me, tutto il resto sono speculazioni e nella maggior parte dei casi cose riportate male".

Gli investimenti. "Se guardate quello che abbiamo investito in termini di calciatori sul calciomercato, credo che Walter Sabatini e Franco Baldini abbiano fatto un grande lavoro in poco più di un anno nella costruzione di una squadra. Abbiamo dimostrato sul campo di poter competere con i top team e, per quanto riguarda il capitale, ci vuole più flessibilità in alcune cose e servono più risorse strategiche per fare della Roma un brand globale e una grande squadra sul campo. Non è che adesso non abbiamo i capitali: non ci sono stati grossi problemi, abbiamo messo tutti i soldi che dovevamo mettere, il capitale è lì, abbiamo un impegno che dobbiamo mantenere e supportare e che vogliamo fare".

L'incontro con Totti. "Se abbiamo parlato di rinnovo? No, ho salutato e basta". Se la cava con una battuta Francesco Totti al termine del pranzo andato in scena a Testaccio col presidente della Roma, James Pallotta. Il capitano giallorosso, rispondendo alle domande dei cronisti, si è limitato a scherzare all'uscita dal ristorante. "Fino a quando alla Roma? Fino al 2020… E' troppo poco? No, va bene va bene" ha dichiarato sorridendo, prima di salutare Pallotta, anche lui in vena di battute: "E' Totti che mi ha detto che posso restare altri due anni".

La squadra. "Stiamo lavorando per costruire una Roma che stia stabilmente tra le prime. Quando guardi alla Serie A da fuori, pensi alla Juventus: il nostro obiettivo è dire ‘noi vogliamo essere in ogni Champions League per i prossimi 20 anni'. Dobbiamo costruire il sistema per stare sempre lì: essere primi il prossimo anno è il modo migliore per far contento qualcuno, ma non è quello per creare una squadra di livello mondiale".

Lo sceicco ‘fantasma'. "Molte fonti ci avevano detto che la situazione era reale, abbiamo fatto tutti i controlli che potevamo fare. E' stato firmato un contratto preliminare, se poi lui non lo ha rispettato è andata così e basta. Abbiamo sprecato un po' di tempo forse, un po' di risorse, ma non ci è costato soldi. Il giorno in cui la cosa non e' andata a buon fine io già guardavo avanti. Infatti nel frattempo abbiamo fatto degli annunci importanti come l'accordo globale con la Nike".

Lo stadio a Tor di Valle. "Abbiamo annunciato che vogliamo costruirlo, abbiamo trovato un grande socio e l'area adatta. Tutto quello che potevamo fare fino a qui l'abbiamo fatto, il nostro piano non e' cambiato. Sta andando avanti come abbiamo detto. Il mio impegno, sia finanziario che sotto altri punti di vista, sta aumentando: controllate il mio conto in banca, li' c'e' meno che a Roma".

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