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Palermo, Gilardino: “Prego ogni sera, mi dà forza. Lavoro molto sull’anima”

L’attaccante di Biella si racconta a 360 gradi a ‘Undici’ e lo fa ricordando gli inizi della carriera, gli anni di Parma e soprattutto i suoi gol più importanti. Con la promessa di farne altri: “Non mi ritiro. Mi sento giovane, punto ad arrivare a 210”
A cura di Alessio Pediglieri
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Per un campione del Mondo che ha deciso di ritirarsi a fine stagione, ce n'è un altro che punta e rilancia. Luca Toni oggi ha confermato l'intenzione di appendere le scarpette al chiodo disputando le ultime gare con la maglia del Verona; Alberto Gilardino, a Palermo, ha invece intenzione di continuare ancora a lungo a calcare i rettangoli di gioco. Certo, l'età è differente, 38 contro 33 anni, ma per la punta rosanero la carta d'identità non conta: "Finché avrò le motivazioni di quando ero giovane e ho iniziato, non mollo. Continuo a giocare senza problemi, scommettendo su me stesso e sapendo che ogni volta si ricomincia da capo, dovendo dimostrare sempre e tutto".

Le preghiere e l'anima

Una carriera che ha abbracciato diverse città e maglie in giro per l'Italia, da Piacenza (dove iniziò) a Palermo (dove milita tutt'oggi). Per Alberto Gilardino l'avventura nel calcio non è ancora finita, anzi. Il meglio potrebbe ancora arrivare: "Da ragazzino ho imparato molto a lavorare su me stesso. Ho vissuto molto con i miei nonni perché i miei lavoravano. Mi hanno insegnato a pregare, lo faccio ogni sera prima di dormire. E' una cosa che mi è rimasta dentro. Ai giovani calciatori consiglio di lavorare molto sull'anima. Il calcio è soprattutto testa, in principal modo per gli attaccanti che devono essere un po' folli"

Ultima fermata Palermo

La stagione del Palermo non è di quelle da incorniciare ma semmai arrivasse la promozione sarebbe comunque un anno fantastico, in cui il pericolo della B verrebbe sventato per rimanere in A e poter ripartire senza i problemi attuali, con progettazione e la garanzia di restare nel calcio più importante. Insieme a Gilardino, ovviamente, perché l'attaccante di Biella non ha alcuna intenzione di mollare: "L’obiettivo è fare più gol possibili: se penso di farne 200, non ci arrivo. Devo pensare di farne 210, almeno. Secondo me però un attaccante non è solo i gol che fa: io sono un attaccante che ha fatto gol, ma che comunque ha giocato sempre per la squadra, per mettere i compagni nella condizione di segnare".

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I gol, dal Liverpool agli Usa

Tanti gol da segnare, moltissimi quelli fatti, alcuni dei quali davvero importanti: "Quello segnato al Liverpool con la maglia della Fiorentina è stato il gol più importante della mia carriera. Ma ce ne sono stati anche altri. Il gol col Milan in semifinale di Champions contro lo United, quello al Mondiale contro gli Stati Uniti. Li ricordo con gioia. Ogni tanto me li vado a rivedere, prima di qualche partita. Mi aiutano".

Nessun ritiro

Il ritiro al momento è lontanissimo: "Per la persona che sono, nel momento in cui non sento più la fiducia del primo giorno, mi faccio da parte. Mi sento ancora un calciatore giovane. C’è gente che ha quattro, cinque anni più di me, e sta giocando: questo mi tiene vivo, mi dà motivazioni. Credo di poter giocare ancora molto. Ho la stessa passione di quando ho iniziato, la stessa voglia di far gol, e finché avrò queste sensazioni continuerò".

 
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