Padre, madre e la favela sullo sfondo: il tatuaggio di Gabigol

La favela, il volto dei genitori e lui inginocchiato sullo sfondo con la scritta ‘hope' (speranza). Gabigol ha voluto che il suo tatuatore di fiducia, Adao Rosa, lo raggiungesse in Italia dal Brasile per soddisfare una richiesta particolare: incidere sulla schiena un disegno che rappresentasse la sua vita, le sue origini prima che iniziasse la carriera di calciatore e poi facesse il salto in Europa, all'Inter. E così il suo corpo è divenuto un murale ad alto impatto emotivo e grafico. Un tatuaggio che ha scatenato i commenti dei suoi followers, tra cui tifosi che lo incoraggiano e detrattori che sono pronti a fare dell'ironia sulle poche presenze finora accumulate. Otto in totale, di cui sette in campionato (per un totale di 81 minuti) e una in Coppa Italia. Una sola la rete segnata, in A contro il Bologna. Poco davvero rispetto alle grandi aspettative vincolate anche alla cifra investita dai nerazzurri (circa 28 milioni di euro).

Difficoltà d'ambientamento. E' stata questa la causa principale dell'adattamento tardivo da parte del brasiliano, oltre alla necessità di metabolizzare il cambio di marcia tra torneo sudamericano e campionato italiano. Ci sono possibilità che vada via a giugno? Tutto è da vedere, anche se al momento appare una pista poco praticabile come ammesso dal suo procuratore, Wagner Ribeiro, a TMW. "Gabigol è felice a Milano. Lotterà per avere più spazio. Il futuro non è nelle mie mani, ma in quelle di Dio". Dichiarazione laconica, chiarita poco dopo: "Quando abbiamo scelto questo club – ha aggiunto l'agente di Gabigol – abbiamo firmato un contratto fino al 2021. E abbiamo accettato di farlo senza che clausole particolari vincolassero il club a garantire un certo numero di presenze o addirittura un posto da titolare".