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Neymar, fenomeno grazie ad un fattore genetico

I neurologi del National Institute of Information & Communication Technology del Giappone hanno confermato che il brasiliano riesce a essere un campione perchè ha un’attività cerebrale particolare, comune a tutti i grandi campioni.
A cura di Alessio Pediglieri
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Neymar, fenomeno grazie alla genetica. Uno studio scientifico avrebbe dimostrato il perché alcuni sportivi, in questo caso calciatori, sarebbero più bravi di altri, dando un senso medico specifico alla cosiddetta "dote naturale". Tutto sarebbe spiegato dalla particolare attività cerebrale dei "fenomeni" capaci di compiere i loro giochi di prestigio grazie ad una ridotta funzionalità cerebrale che permetterebbe loro di "eseguire diversi movimenti complessi ripetutamente e contemporaneamente più e meglio di altri". E' quanto è stato riportato dal National Institute of Information and Communications Technology del Giappone, l'istituto che ha avuto l'occasione di studiare a fondo il cervello di Neymar a margine degli esami successivi al brutto infortunio nel Mondiale che ha portato il campione brasiliano vicinissimo alla paralisi.

Fattore genetico

Tra i neurologi che hanno studiato il funzionamento del cervello del brasiliano c'è anche il ricercatore Eiichi Naito che ha comunicato alla stampa i risultati sorprendenti degli esiti: "Dalle immagini di risonanza magnetica abbiamo scoperto l'attività cerebrale di Neymar che è inferiore del 10 per cento di un calciatore normale. E' possibile dunque che la genetica sia un fattore  complice per il tipo di sportivo che uno può essere. Gli esami forniscono preziose testimonianze che il cervello di Neymar, quando gioca a calcio, possa recluta risorse neurali molto limitate nelle regioni del piede motore-corticale durante i movimenti di gioco. Ciò significa che l'attività cerebrale ridotta conferisca meno oneri da gestire e che permetta al giocatore di eseguire molti movimenti complessi in una sola volta differentemente dagli altri".

Studi scientifici pubblicati

Se ciò sia vero ancora non si sa, di certo lo studio è iniziato per verificare quanto analizzato. Intanto i risultati sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers a seguito di una serie di prove di abilità motorie effettuate su Neymar e diversi altri atleti a Barcellona nel febbraio di quest'anno. Tre spagnoli di seconda divisione e due nuotatori di alto livello sono stati sottoposti alle stesse prove, ha aggiunto Naito del National Institute of Information and Communications Technology del Giappone, dando esiti diversi.

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