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Napoli-Inter, la partita da 650 milioni

Rose da 650 milioni e conti in rosso. Le incognite sul futuro del San Paolo e di San Siro, gli sponsor e la ricerca di un posto al sole in Europa. Napoli-Inter è molto più che Higuain contro Icardi.
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Una sfida da 650 milioni. Questa, secondo il Corriere dello Sport, la valutazione complessiva delle rose di Napoli e Inter, che lunedì sera si giocheranno un pezzo di scudetto.

La rosa del Napoli – Sarri ha a disposizione un patrimonio da oltre 340 milioni, ma pesano e non poco i 94,7 della clausola di rescissione accettata da Higuain, il capocannoniere e l'attaccante che tira di più in porta in questa Serie A. Più che raddoppiata anche la quotazione di Callejon: De Laurentiis l'ha pagato 8,8 milioni e l'anno scorso ne ha rifiutati 22. Oltre a Hamsik, che avrebbe potuto finire proprio all'Inter nel 2007 se i nerazzurri non avessero fatto scadere l'opzione sullo slovacco, è a centrocampo il tesoro nemmeno troppo nascosto del Napoli, con Allan, terzo in Serie A per palloni recuperati quest'anno, e soprattutto Jorginho. Il brasiliano, per cui la società ha versato in estate la seconda e ultima tranche al Verona per il trasferimento, è costato complessivamente 10 milioni. Ma la sua valutazione, anche alla luce del sempre più probabile aumento dell'ingaggio, potrebbe facilmente raddoppiare. Jorginho, infatti, è diventato in breve tempo decisivo. È il centrocampista col rendimento più alto in Serie A: contro il Verona ha toccato 218 palloni, il record negli ultimi dieci anni nei cinque maggiori campionati europei, meglio di Xabi Alonso del Bayern Monaco (216), e dei blaugrana Sergio Busquets (190), Thiago Alcantara (183) e Xavi (183, 181 e 179).

La rosa dell'InterDi poco superiore ai 300 milioni il valore dei nerazzurri (“solo” 275 secondo il ranking pubblicato da Forbes). Se l'Inter ha raccolto 13 punti in più rispetto alla tredicesima giornata dell'anno scorso, il più cospicuo incremento in campionato, buona parte del merito è di Handanovic: le sue 23 parate decisive fanno salire la sua quotazione a 20 milioni. Non meno di 40 serviranno invece per strappare ai nerazzurri Icardi (a fronte dei 13 sborsati dall'Inter per acquistarlo). La regina del mercato estivo non ha ancora ottenuto tutto il possibile dai nuovi acquisti: da una parte Kondogbia (31 milioni più 6 di bonus) è ancora un campione potenziale, dall'altra il valore di Murillo, prenotato un anno fa per 8 milioni, è praticamente triplicato.

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Stadio: il restyling del San Paolo – Divise in campo nella lotta per lo scudetto, Napoli e Inter si ritrovano unite nella stessa impasse legata al futuro dello stadio. De Laurentiis dovrà rimodellare e ripresentare il progetto per il restyling del San Paolo, bocciato dal sindaco De Magistris a fine ottobre perché la concessione senza alcun canone per 99 anni “determinerebbe un effetto simile a una improponibile cessione gratuita”. Nel frattempo, la convenzione ponte per l'utilizzo dell'impianto, costa al Napoli il 20% in più: l'affitto passa da 651 a 781mila euro mentre il canone forfettario per la vendita degli spazi pubblicitari a bordo campo sale da 3000 a 3500 euro, In più, sarà la società a farsi carico del prolungamento dell’orario di funzionamento della linea 2 della metropolitana, in occasione delle partite serali, con ulteriori 5 mila euro per i giorni festivi, e 4 mila nei feriali.

Milan-Inter insieme per San Siro – A Milano, Thohir e Berlusconi proseguono in un percorso di avvicinamento in vista della sempre più probabile gestione congiunta di San Siro, al di là degli interventi già in programma per ospitare la prossima finale di Champions League. Per la Giunta di Palazzo Marino, la soluzione migliore sarebbe l’acquisto del diritto di superficie che permetterebbe a nerazzurri e rossoneri, che condividono la presenza di Infront come advisor per la pubblicità, di agire quasi da proprietari. Uno stadio per due squadre sarebbe una novità solo per l'Italia. Il modello, infatti, è già stato sperimentato nel calcio all'Allianz Arena di Monaco di Baviera e in America allo Staples Center di Los Angeles, diviso fra Lakers e Clippers. L'impianto Usa, in mano alla AEG, il più grande gruppo al mondo nella gestione di eventi sportivi (è stato tra i fondatori della MLS di calcio e tra gli azionisti dei Colorado Rapids ed attualmente ha quote dei Los Angeles Galaxy e degli Houston Dynamo) è uno dei modelli di riferimento per Thohir. Il presidente nerazzurro, infatti, conosce bene la realtà NBA: prima di arrivare a Milano ha ceduto le sue quote dei Philadelphia 76ers ma ora sarebbe pronto a investire di nuovo nella più ricca lega del mondo, attraverso la cordata guidata dal fondo di private equity di Steve Kaplan interessato al 20% dei Timberwolves. Thohir, che si è di recente incontrato a cena con Berlusconi, è convinto della necessità che il nostro calcio faccia sistema attraverso le quattro grandi (Inter, Juve, Milan e Roma) e che si stia facendo troppo poco per cercare di conquistare i mercati asiatici.

Inter, nuovo sponsor – Tuttavia l'Inter, dopo l'approvazione del bilancio al 30 giugno 2015 con un rosso da 140 milioni, zavorrato però con una serie costi non ricorrenti in quanto non sottoposto ai vincoli del fair play finanziario, si ritrova anche con l'interrogativo legato allo sponsor. Il contratto con Pirelli, passata ai cinesi di ChemChina e con un impegno sempre più forte in Formula 1 (resta fornitore ufficiale fino al 2019), scade a fine stagione. E per il futuro appare probabile una sorta di declassamento, da official sponsor a semplice partnership, magari con l'arrivo sulle maglie nerazzurre del logo di Garuda, la compagnia di bandiera indonesiana, favorito dalla nomina di Thohir alla presidenza del comitato olimpico nazionale. L'obiettivo Champions League non è più procrastinabile, e non solo dal punto di vista sportivo. Nell'ultima stagione, infatti, il cammino in Europa League, terminato negli ottavi contro il Wolfsburg, ha fruttato solo 6,89 milioni: 1,3 come quota di partecipazione, 1,3 per i risultati nella fase a gironi, 200 mila per il passaggio ai sedicesimi, 350 mila per la qualificazione agli ottavi, 3,74 dal market pool.

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Napoli, quanto conta la Champions – In rosso anche i conti del Napoli. Il bilancio al 30 giugno 2015, il primo in negativo dopo otto stagioni di fila in utile, certifica perdite nette per 13 milioni. I 42 milioni di riserve, il “tesoretto” accumulati nelle stagioni precedenti, consentono una certa tranquillità. Tuttavia, i 14 milioni arrivati dalla Uefa (2 per il preliminare di Champions), che ha riconosciuto agli azzurri la fetta più grossa del market pool per le italiane in Europa League, a fronte dei 40 ottenuti nella stagione precedente, dimostrano quanto la qualificazione alla Champions risulti cruciale per mantenere sia le ambizioni del club, sia il modello virtuoso di sostenibilità economica che ha fatto la fortuna della gestione De Laurentiis.

Fanbase – Una maggiore presenza in Europa, e una più intensa attività di promozione e di marketing sui nuovi mercati, potrebbe anche aiutare ad aumentare la presenza di Inter e Napoli sui social network. I due club, infatti, rispettivamente al 15mo e 18mo posto nella classifica fra le squadre del Big 5, hanno solo la terza e quinta reach in Italia, lontanissimi da Juventus e Milan. Poco più di 7 milioni i follower dell'Inter, 4,5 milioni quelli del Napoli, due squadre attive in gran parte su Facebook (5,5 3,6 milioni di fan, rispettivamente) e su Twitter (un milione i follower nerazzurri, 670 mila del Napoli). Manca però una presenza significativa su Google+, dove invece Juve e Milan hanno già profili molto attivi, e soprattutto su Youtube. Un'assenza da colmare presto. Perché lo scudetto degli affari passa anche dal web.

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